Maledette morti sul lavoro
Alessandro GhebreigziabiherMaledette morti sul lavoro, già. Ecco, vorrei provare a essere onesto fino in fondo nel riportare cosa stiamo effettivamente raccontando di questa orribile storia nella storia di noi tutti. E allora, cercando di farmi corpo unico con l’attuale narrazione, che è tale da decenni ormai, diffusa in ogni ambito diventi in breve tempo comune memoria dei più, mi viene da dire: ah, che rabbia gli infortuni sul posto di lavoro da parte di operai e braccianti, legalizzati o meno, stranieri o nostrani. Se poi ci scappa anche il morto, è davvero una tragedia. Perché all’improvviso ne devi parlare.
Ci sono gli Europei, capisci? Abbiamo perso con la Spagna, ti rendi conto o cosa che rischiamo di uscire ai gironi se non pareggiamo con la Croazia? E se tutto ciò non bastasse hanno pure arrestato Travis Scott perché era ubriaco. Chi cavolo è Travis Scott, dirai tu, ma allora forse è il caso che fai una chiacchierata con i tuoi figli.
Poi c’è il caldo torrido che è ormai arrivato, okay? E come fai a goderti il condizionatore se non ce l’hai più perché ti si è rotto o sei costretto a razionarne l’uso a causa dell’ultima bolletta assassina? Per non parlare della gente in ufficio che sbraita perché non può andare in ferie quando vuole, con chi desidera, e dove gli aggrada, perché rompono tutti, qua, i familiari, i colleghi, e perfino quel maledetto cane che non si può portare dappertutto.
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Siamo stanchi, d’accordo? È stato un anno faticoso e deprimente, con le guerre alle porte, anzi, alle finestre. E poi parti per andare a votare al paese e non vorresti tornare, o non ci vai e devi sopportare la rottura di quelli che ti vogliono far sentire in colpa perché non ci sei andato. E Amadeus che fa? Se ne va?! Ma non si fa così, non si sputa nel piatto dove hanno mangiato praticamente tutti tranne te, te che guardi, te che paghi il Canone per sapere che sulla rete di Stato c’è una valanga di pubblicità mentre su quella a pagamento non c’è.
Ma qual è il senso di tutto ciò? I lavoratori agricoli non avevano fatto le loro brave manifestazioni di protesta bloccando tutto in piazza, come i forconi, i tassisti e i balneari? Se non è anche per quei disgraziati schiavizzati alla luce del sole che hanno fatto un casino, quale è stato il senso, ripeto?
Eppure, basta che ne muoia uno, soprattutto in modo terrificante come quell’uomo indiano – altrimenti non interessa più a nessuno -, e si ricomincia.
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“Ci ha rovinato tutti”, mi sa che il suo principale ha ragione a dire così. E il giorno dopo pare ne sia deceduto un altro. Ovvero, ne trovi la notizia sulle prime pagine, che non è la stessa cosa. Perché è così che funziona questo racconto a coscienze alternate: lo ascolti e lo leggi, o sei costretto a farlo solo perché ti capita davanti agli occhi, finché l’onda di ostentato sdegno e compassione non si infrange del tutto sulla dura roccia di un cuore collettivo che oramai non prende più sul serio nulla di ciò che lo sfiori.
Intanto, nel frattempo passano in secondo piano le questioni urgenti.
Hanno rapinato Roberto Baggio e nessuno mi aveva detto nulla, l’ho scoperto solo il giorno dopo. Paolo Virzì ha litigato con l’ex moglie e il nuovo fidanzato, hanno fatto a botte e non ho visto il video della lite, ma dov’è? E poi di seguito, Carla Bruni pure ha un problema con la rabbia, Fedez aprirà un canale Onlyfans, che non so cosa sia ma fa notizia e il principe William compie 42 anni..
So già cosa stai pensando in questo momento. Che la maggior parte della gente, là fuori, non perde il suo tempo considerando tutto questo come la priorità su cui restare informati e di cui preoccuparsi. Be’, continua a crederci. Nel mentre, quando leggi o senti dire “maledette morti sul lavoro”, su quale sia davvero il senso di tale affermazione al tuo posto io una domanda me la farei…
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