Danilo aveva ragione a distinguere nettamente la comunicazione dalla trasmissione.
La comunicazione non ha nulla da vedere con la trasmissione.
La trasmissione è una operazione meccanica (vedi scuola e tv). La comunicazione è una operazione amorosa complessa in cui i soggetti che di volta in volta parlano ed ascoltano - chi ascolta veramente non è meno attivo di chi parla - si mettono in gioco seriamente. (fv)
Riprendo alcuni commenti pervenuti sul mio diario Facebook:
RispondiEliminaNicola Lo Bianco::
Francesco Virga la scuola come trasmissione è di quelli che non sono docenti. Io e gran parte dei colleghi che conosco personalmente insegnano come comunicazione e non trasmissione. Tra questi penso ci sia anche tu. Un caro saluto.
Elisa Lanzilao
Perché dai per scontato che non possa avvenire a scuola?
Francesco Virga
Il contesto in cui si svolge la comunicazione finisce sempre per condizionare la qualità della comunicazione. E, specialmente oggi, la scuola è un pessimo contesto, un cattivo contenitore (simile alla TV)
NICOLO' MESSINA (collaboratore di Danilo dal 1974 al 1977):
RispondiElimina"Metterei l'accento sull' ASCOLTO ATTIVO. E tra i più capaci dei nostri tempi indicherei il grande Fifiddu RUBINO (collaboratore storico di Danilo), sul fronte dell'ascolto globale, e lo stesso Danilo, su quello dell'ascolto selettivo, a sua convenienza. Sulle capacità degli altri avrei dei dubbi, anche sulle nostre."
Caro Nicolò, mi sembra eccellente la tua osservazione sullle grandi capacità di ascolto di Fifiddu, su quello di "convenienza" di Danilo. Sulla nostra ottusità è meglio stendere un velo pietoso...Ci abbiamo impiegato tre anni per capire chi bleffava
RispondiEliminaREPLICA DI NICOLO' MESSINA:
RispondiElimina"Preciserei, assenza la mia, altalenante, a seconda delle circostanze, anch'essa selettiva, ma non a convenienza, Quale, poi? Avevo già scommesso a sufficienza in quel ruolo. Fino all'ultimo speravo in un ricredersi del Gran Timoniere pedagogico. Cominciavo però a dubitarne e a pensare ad altre scommesse, personali e di lavoro, difficili ma di più libera, anche se rischiosa, navigazione. "