Dimenticato dalla sinistra italiana
(e c'è una logica in questa follia), il pensiero di Gramsci è invece
attualissimo dovunque si voglia davvero confrontarsi con le contraddizioni
dell'oggi, dagli Stati Uniti al Brasile.
Angela
Vitaliano - Monumento a Gramsci nel Bronx
È stato inaugurato ieri, a Morrisania, New York, il monumento ad Antonio Gramsci, realizzato dall’artista svizzero Thomas Hirschborn, alla sua prima esperienza di questo tipo negli Stati Uniti. L’artista, infatti, le cui opere avevano trovato già spazio qui, sebbene in luoghi chiusi come il Moma, realizza, con quello di Gramsci, il quarto ed ultimo di una serie di “monumenti” dedicati a scrittori e filosofi di grande rilievo. Il percorso di Hirschborn era iniziato con un’installazione dedicata ad uno dei suoi filosofi preferiti, Spinoza, realizzata ad Amsterdam nel 1999. Dopo Deleuze e Bataille, ecco, dunque, la “dedica” al filosofo italiano di cui, probabilmente ben pochi, in questo quartiere del Bronx, conoscono la vita e le opere.
“La mia
decisione di realizzare un monumento a Gramsci – spiega l’artista – non deriva
dalla comprensione del filosofo Antonio Gramsci, quanto piuttosto dalla mia
idea dell’arte e la mia convinzione che l’arte possa determinare
trasformazioni”. Obiettivo delle creazioni di Hirschman è, infatti, quello di
attirare non solo un pubblico “esclusivo” ma di suscitare l’attenzione e la
curiosità di quelle persone che, probabilmente, hanno avuto pochissime
possibilità di incontrare l’oggetto artistico, soprattutto nei luoghi a ciò
deputati, come i musei. “Il monumento di Gramsci – continua l’artista – resterà
l’affermazione di una creazione autonoma messa a punto come un atto d’amore. Il
gesto non implica automaticamente una risposta in quanto è, contestualmente,
utopico e concreto. Io intendo creare una nuova forma, basata sul mio amore per
un pubblico non esclusivo”.
Messo a punto grazie alla collaborazione con la Dia Art Foundation, il monumento a Gramsci è, infatti, allestito all’interno dello spazio verde di Forest Houses, uno nuclei abitativi realizzati dall’edilizia popolare che, a Morrisania, copre la gran parte della richiesta di alloggi. Il quartiere, infatti, è ancora oggi uno dei più pericolosi della città, con un tasso di crimini (e arresti) annuali fra i più alti di tutta New York; flagellato da una devastante povertà, il quartiere paga ancora lo scotto di un lunghissimo periodo in cui era stato trasformato in mercato per la produzione del crack e lo spaccio dell’eroina.
L’artista,
proprio per questo, ha voluto che il montaggio e lo smontaggio (previsto a
partire dal 16 settembre) fossero affidati, sotto la supervisione dei
responsabili della DIA Art Foundation, esclusivamente ad abitanti del quartiere
che, inaspettatamente, si sono trovati di fronte alle frasi e al pensiero di un
signore italiano, a loro del tutto sconosciuto.
Il
monumento, realizzato con materiali semplici, accessibili a tutti nella
quotidianità, come legno e plexiglas, ha la forma di un padiglione esterno che,
contemporaneamente “narra” Antonio Gramsci, grazie a scritte e disegni, e
accoglie il visitatore nella condivisione di momenti quali letture, momenti
musicali e altre performance. Il monumento a Gramsci è la prima commissione
pubblica realizzata dalla Dia dal lontano 1996 proprio grazie al grande
interesse suscitato dalla filosofia dell’artista di voler mettere a punto un
progetto ambizioso, impossibile da realizzare in uno spazio tradizionale.
(Da: Il
Fatto del 2 luglio 2013)
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