23 luglio 2013

SUL DEGRADO DI MONTE PELLEGRINO


Dal blog di Francesco Scorsone: http://scorsone.art.opinion.over-blog.com/su-per-i-tornanti-del-monte-caro-a-santa-rosalia-tra-sporcizia-e-sterpaglia
Ormai in modo quasi rituale una o due volte l’anno mi faccio una passeggiata (in macchina ovviamente) su per i tornanti che portano verso il Santuario di Santa Rosalia, per respirare un po’ d’aria diversa, pura per così dire, per ossigenarsi i polmoni. E invece no, “abbili” a mai finire fin dal primo tornante. Ai piedi del monte il “tempietto di Vesta” è inglobato dalle sterpaglie e così su per tutto il percorso che porta al Santuario non c’è un metro di strada che non sia ricoperto da cartacce o erba oramai secca. La stagione estiva non aspetta qualche coglione di metereologo che ce lo venga a dire. Da un giorno all’altro, se tutto va bene, passi dal cappotto al costume senza che te ne accorgi e intanto si rischia che qualche minchione di piripicchio mandi tutto in malora perché si è fermato sul ciglio della strada con la marmitta calda. Si dirà poi: ma non eravamo preparati a un evento di questa portata! Ma di cosa stiamo parlando? Ma forse che potesse scoppiare un incendio a partire dalle falde del Monte fino al Santuario non era prevedibilissimo? Ma allora di cosa vogliamo parlare? Non era prevedibilissimo che nella spianata del Santuario (tanto per capirci dove ci sono le baracche dei souvenir o dei luoghi di ristoro) potesse incendiarsi tutto con una banale distrazione qualunque? Non è forse prevedibile che le cartacce, la plastica, il vetro, etc sono materiali ad alta conduzione di calore e quindi, se lasciati al sole, possono procurare autocombustione? Proprio in questa zona, come peraltro in tutto il monte, gli arbusti, le restucce e gli alberi “secchi” altro non sono che legna pronta per ardere. Essi rappresentano il sintomo dell’abbandono più totale da parte di chi dovrebbe avere l’obbligo oltre che civile anche morale della tutela del Monte Pellegrino. Se non altro perché Santa Rosalia è la Patrona di Palermo. Io non so di chi sia la competenza e francamente non mi interessa saperlo. È bene però dirlo, senza tanti giri di parole, le responsabilità sono di tutti: Amministrazione comunale, Assessorato all’Ambiente, Corpo regionale forestale che ai piedi del monte ha il suo quartiere generale, i Rangers d’Italia che l’hanno avuto affidato con D.A. 610/44 del 6/10/1995, finanche il Cerisdi è in qualche modo responsabile oltre che, ovviamente, tutti coloro che, con un culo pazzesco, sono riusciti ad avere la concessione in anni non sospettabili per la costruzione di una casetta in montagna: Beati loro. Ma questo non è affar mio. La domanda che vorrei porre ad ognuno di questi enti e/o privati è: cosa fate per tenere lontani i piromani? Gli incoscienti? I depredatori della cosa pubblica? Gli attentatori alla vostra sicurezza domestica? Ma ci pensate che il Monte Pellegrino potrebbe diventare un immane rogo dantesco? Rifletteteci e poi me lo fate sapere. Una domanda però me la voglio fare anch’io: Francesco ma tu che cazzo fai per difendere Monte Pellegrino dai possibili attentatori? Lo dico con estrema chiarezza: niente. E la ragione è una sola: non voglio rischiare di essere denunciato per avere raccolto delle cartacce lungo la via Pietro Bonanno.

Palermo 23.07.2013                  Francesco M. Scorsone

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