Federico García Lorca è uno dei nostri autori preferiti. Anche per questo gli abbiamo riservato lo spazio che merita in questo blog. Abbiamo già avuto modo di ricordare il modo orribile in cui venne assassinato nell'agosto del 1936, a soli trentotto anni, dai fascisti spagnoli Cfr http://cesim-marineo.blogspot.it/2013/08/federico-garcia-lorca-in-sicilia.html
Pochi giorni prima di essere tolto dalla circolazione, in un modo che ricorda tanto l'orribile fine del nostro Pasolini, Federico aveva scritto:
"Credo che l'essere nato a Granada mi porta alla comprensione simpatica dei perseguitati. Del gitano, del negro, dell'ebreo...del moro che tutti noi portiamo dentro. [...] In questi momenti tragici che il mondo attraversa, l'artista deve ridere e piangere col suo popolo. Bisogna rinunciare al mazzo di gigli e tuffarsi nel fango fino alla cintola per aiutare quelli che cercano gigli."
Quella che segue è una delle sue ultime poesie:
Casida del llanto
He cerrado mi balcón
Porque no quiero oír el llanto,
pero por detrás de los grises muros
no se oye otra cosa que el llanto.
Hay muy pocos ángeles que canten,
hay muy pocos perros que ladren,
mil violines caben en la palma de mi mano.
Pero el llanto es un perro inmenso,
el llanto es un ángel inmenso,
el llanto es un violín inmenso,
las lágrimas amordazan al viento,
y no se oye otra cosa que el llanto.
Federico García Lorca
Versione italiana di Maria Cristina Costantini
CASIDA DEL PIANTO
Ho chiuso la mia finestra
perché non voglio sentire il pianto,
ma dietro i grigi muri
non si sente altro che pianto.
Ci sono pochissimi angeli che cantano,
ci sono pochissimi cani che abbaiano,
mille violini entrano nel palmo della mia mano.
Ho chiuso la mia finestra
perché non voglio sentire il pianto,
ma dietro i grigi muri
non si sente altro che pianto.
Ci sono pochissimi angeli che cantano,
ci sono pochissimi cani che abbaiano,
mille violini entrano nel palmo della mia mano.
Ma il pianto è un cane immenso,
il pianto è un angelo immenso,
il pianto è un violino immenso,
le lacrime fanno tacere il vento
e non si sente altro che pianto.
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