Un brano tratto da un
libro di recentissima pubblicazione. Una riflessione di grandissimo
interesse sull'esoterismo cristiano.
Simone Weil
Cristianesimo
misterioso
Il sig. Herrmann, uno dei più autorevoli latinisti francesi (maggiore assai di Carcopino), ha stabilito recentemente, attraverso un significativo raffronto di testi, la piena verosimiglianza di un influsso cristiano nella Roma degli anni dopo la morte di Cristo, non soltanto nelle fila dei giudei, ma tra le famiglie nobili romane, e in particolare negli ambienti stoici. Secondo lui vi fu una propaganda cristiana fra i giudei di Roma nell'anno stesso della morte di Cristo, e tutte le persecuzioni contro gli ebrei sotto Tiberio, Caligola e Claudio ebbero la loro radice nel cristianesimo.
Del resto vi sarebbe
stato in Roma, a partire da Tiberio e Caligola, nel ceto nobiliare
romano, tutto un ambiente di cristiani o di simpatizzanti. Seneca
sarebbe stato un mezzo cristiano, se non perfino un battezzato in
segreto. Pisone, figlio adottivo dell'imperatore Galba, destinato a
succedergli se non l'avessero ammazzato, sarebbe di famiglia
cristiana e cristiano senza dubbio anche lui.
Trascorso poco tempo
dalla Passione di Cristo, Erode venne relegato a Lione con un folto
corteggio, in mezzo al quale è pressoché certo vi fossero dei
cristiani. Il fratello di latte di Erode era cristiano.
Si comprende in tal modo
come abbia potuto nascere la leggenda del Graal, inconcepibile se
non nei termini di una mescolanza di druidismo e di cristianesimo.
Il fatto che vi sia stata mescolanza è la prova che druidismo e
cristianesimo si riconobbero come religioni sorelle. Nemmeno
stupisce che un reciproco riconoscimento sia avvenuto fra
cristianesimo e stoicismo.
San Giovanni è tutto
impregnato di stoicismo e di pitagorismo, senza dubbio ancor più di
quanto non riusciamo noi oggi ad accorgercene. I nomi assegnati a
due delle tre persone della Trinità derivano dagli stoici.
Il
fatto che sovrani di una grandezza pari a quella degli antonini e
specialmente di Marco Aurelio abbiano più tardi perseguitato i
cristiani, si spiega solo con la supposizione che la vita
catacombale, illegale, e in particolar modo l'attesa imminente della
fine del mondo avessero dovuto inoculare fra quei ranghi una
quantità di soggetti criminali e rendere il loro influsso
autenticamente pericoloso. Ma la cosa più singolare è il segreto
serbato a riguardo delle affinità del cristianesimo con le
religioni e i filoni sapienziali dell'antichità non ebraica.
Il nazionalismo impediva
nei giudei di Palestina fattisi cristiani il riconoscimento di
questa affinità. Una pregiudiziale di questo tipo non esisteva
affatto in san Giovanni. Ma i testi lasciano ben trasparire che in
san Paolo, benché apostolo delle genti, vi era un certo fanatismo
nazionale. Per parte sua l'Impero romano, allorquando fece della
religione cristiana la religione ufficiale, dovette fingere di
averla grosso modo inventata.
La Palestina
martirizzata non dava più noia, e del resto l'insieme dei cristiani
disconosceva l'antica legge nel momento stesso in cui professava di
richiamarvisi. Ma in che modo l'Impero romano avrebbe mai accettato
l'aperto riconoscimento di una continuità esistente fra il
cristianesimo e il pitagorismo, la religione di Eleusi, il
druidismo, il culto di Osiride, le religioni di tutti i territori
conquistati da Roma?
Non andava bene che il
cristianesimo fosse eterno. L'eternità non giova alla ragione di
Stato. Un mistero avvolge i primi tempi del cristianesimo. Strane
lacune compaiono nei testi degli storici. Analogamente un certo
numero di testi greci si è smarrito, come il Prometeo liberato di
Eschilo, e molti altri di cui sentiamo grande mancanza. L'oscurità,
molto probabilmente, non si produsse a caso. Genera stupore anche il
fatto che la verità non abbia cercato rifugio a Bisanzio.
Tuttavia questa
ingerenza governativa non è arrivata a penetrare nel dogma. Nessun
pronunciamento della Chiesa afferma che non esistano religioni
rivelate, o testi sapienziali, estranei alla tradizione
giudaico-cristiana. L'elenco dei libri canonici espunge
semplicemente gli apocrifi sottentrati nell'Antico e nel Nuovo
Testamento. Nessun accenno al Timeo di Platone, alle Upanishad o al
Libro dei morti egiziano. A questo riguardo, per quale motivo
Giuseppe e Maria andarono fino in Egitto? Quale messaggio vi
appresero? Qualunque ipotesi è lecita in merito.
Quando il Cristo, in uno
dei suoi discorsi più belli e più importanti, parla di coloro che
fanno la verità, poiountes alêtheian, l'espressione – salvo
errori – non è ebraica né greca (bisognerebbe chiedere a esperti
veri dell'ebraico). Viceversa in egiziano Maât significa a un
contempo verità e giustizia. «Signore della Verità, ti offro la
verità. Ho sconfitto per te il male».
(Il brano è tratto
dal volume di Simone Weil, Il fardello dell'identità. Le radici
ebraiche, Edizioni Medusa, a cura di Roberto Peverelli. con saggi
di Paul Giniewski e Georges Bataille)
il Sole24ore – 15
giugno 2014
Simone Weil
Il fardello
dell'identità. Le radici ebraiche
Medusa, 2014
€ 16,00
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