Quando si capirà che
il fenomeno dei migranti non è una emergenza temporanea, ma un
fattore strutturale di una economia globalizzata che produce
barbarie? In una parola, il lato oscuro (assieme alla guerra e al
disastro ambientale) di un capitalismo senza più avversari.
Riprendiamo un intervento (di qualche tempo fa ma purtroppo
attualissimo) di Raffaele Salinari che dimostra come sia possibile
intervenire concretamente già da ora iniziando dalla tutela dei
bambini.
Raffaele K. Salinari
Protezione
internazionale per i piccoli rifugiati
Solo l’estrema
disperazione può spingere dei genitori ad affidare a dei trafficanti
di esseri umani senza scrupoli i propri figli, sapendo che lì da
dove vengono per loro non c’è futuro ma che dove vanno forse non
arriveranno mai.
Eppure spinti da una
volontà di vita e di libertà, oramai sono migliaia i minori
stranieri non accompagnati, MSNA, così si chiamano in gergo
giuridico i bambini migranti senza un adulto che li accompagni, ad
intraprendere un’avventura rischiosissima pur di far brillare
ancora nei loro occhi la scintilla della speranza di un domani
migliore, fatto di accoglienza e diritti.
Ieri, ma non è né la
prima né certamente l’ultima volta, erano in maggioranza ragazzini
gli immigrati somali sbarcati a Porto Empedocle. Su un totale di 97
persone 61 erano minori stranieri non accompagnati.
Ma, a farci capire, se
fosse ancora possibile vedere con gli occhi ciò che ci sta sotto gli
occhi, la portata epocale delle ingiustizie che vivono ogni giorno
queste popolazioni, sull’imbarcazione c’erano anche 16 donne,
comprese 5 incinte di cui una al nono ed una all’ottavo mese.
Di fronte a questa
ordinaria normalità dovuta alla globalizzazione ineguale che stiamo
vivendo, e molti subendo, la politica, specie quella italiana, in
occasione delle imminenti elezioni europee, si deve interrogare sul
suo ruolo e sulle possibili soluzioni che possono essere riassunte in
alcuni punti ben precisi.
A livello europeo, in
vista del semestre italiano: riconoscimento del fenomeno dei minori
migranti quale assoluta priorità per tutta l’Unione Europea che
deve essere affrontato sulla base del principio chiave di una loro
effettiva ed efficace protezione, indipendentemente dal Paese di
arrivo. Per farlo effettivamente bisogna modifica il cosiddetto
«Sistema Dublino» che scarica sul primo Stato membro di arrivo
tutto l’onere non solo dell’accoglienza ma della verifica dello
status di rifugiato o richiedente asilo.
Questa necessaria
revisione dovrebbe portare in primis ad aprire veri e propri corridoi
umanitari per permettere ai minori in fuga un approdo sicuro; in
seconda battuta armonizzare il sistema di accoglienza in Unione
Europea così da mettere fine alla circolazione irregolare di minori
a rischio di sfruttamento ed al respingimento di madri con bimbi alle
frontiere.
A livello Italiano è
necessario velocizzare la messa a punto di una Banca Dati per la
mappatura delle disponibilità in tempo reale dell’accoglienza dei
minori stranieri non accompagnati su tutto il territorio nazionale,
così da evitare blocchi e sovraesposizione al fenomeno di talune
Regioni soltanto.
Per questo la Banca Dati
deve essere sostenuta dalla garanzia, in tempi brevi per i Comuni
ospitanti, dell’accesso sicuro alle coperture finanziarie di cui al
Fondo Nazionale per l’Accoglienza dei Minori Stranieri così da
sbloccare il sovraffollamento dei migranti in poche regioni, ormai al
collasso. Per tutto questo serve un Piano Nazionale e procedure
organiche a livello Paese per l’accoglienza dei minori migranti,
che adottino parametri atti a garantire la tutela del «superiore
interesse del fanciullo» come dice l’ONU, in tutte le fasi di
accoglienza, assicurando in questo modo la concreta attuazione alla
Risoluzione del Parlamento UE del 12 settembre 2013, in particolare
per quanto attiene alle procedure di accoglienza dei MSNA e per le
procedure di determinazione della minore età.
Ma, al di là delle leggi
da sistematizzare o da far applicare, l’esperienza ci dice che è
fondamentale riconoscere l’importanza strategica delle prime 48 ore
di accoglienza garantendo al minore sin da subito una sistemazione in
luogo salubre e protetto.
Questo implica una
qualità dell’accoglienza sin dalle prime ore dallo sbarco, con una
forte rassicurazione circa la loro posizione legale e sociale in
Italia, che li aiuti a sentirsi accolti e ascoltati così da evitare
il rischio di decisioni affrettate che portino ad autolesionismi o
alla fuga.
Questo significa
garantire a ciascun minore la pronta nomina di un Tutore che lo
assicuri sull’effettiva pieno godimento dei diritti riconosciuti
dalla normativa. Tutto questo si può e si deve fare, senza aspettare
che altri morti misurino la già scarsa tenuta di quella amorfa cosa
che chiamiamo valori occidentali.
Il Manifesto – 13 maggio
2014
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