Pier Paolo Pasolini è stato uno degli ultimi cantori del defunto mondo contadino. Per il rimpianto dei valori che conservava quel mondo, insieme alle tante ingiustizie e brutture che Pasolini non ignorava, venne attaccato e criticato da tanti ingiustamente.
Quel mondo ormai si ritrova parzialmente solo nei migliori Musei etno-antropologici e in alcune poesie.
Tra queste oggi mi piace citarne due.
La prima, più antica, scritta nell'antica parlata di Aliminusa, è tratta da un libro bellissimo di Pino Battaglia, morto in giovane età, apprezzato anche da Leonardo Sciascia.
La seconda è stata pubblicata ieri dall'amico Ezio Spataro sul suo blog di cui abbiamo più volte parlato.
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LA TERRA VASCIA
La terra ia vascia,
vascia Signuri,
e si zappa calatu;
suduri e suduri
ca ia megghiu la morti.
Un ia iocu zappari
si la terra ia vascia
e lu zapponi‘un sciddica,
si la notti lu viddanu
si sonna a zappari
sempri la terra vascia
Giuseppe Giovanni Battaglia (Aliminusa 1951-1995),
da La piccola valle di Alì
Introduzione di Leonardo Sciascia,
Palermo, 1972.
***
CIVILTA' CONTADINA
Lavoravi zappatore
sotto i
raggi della bellezza
irrigando di sudore la terra,
dissodavi zappatore
i campi della tua
creatività
facendo crescere arbusti
e trame
di foglie
i tuoi
arnesi
li deporranno nei musei
i crivi e le fullane
penderanno dai muri
conserveranno
il tuo sudore
in preziose burnìe
le zappe
che affondavi nella terra
i
lombrichi che uccidevi
nella
tua furia ispiratrice
quando eri
nel respiro della terra
saranno sbarrati
gli occhi
del mondo
dietro le
vetrine dei musei
si
strapperanno i capelli
gli
adoratori del panbauletto
rinnegatori del grano
mistificatori del moderno
gli uomini torneranno a godere
della terra che calpestano
dopo
avere marciato
nei
duri sentieri della modernità
nei deserti tecnologici
che uccidono
le
sostanze della terra
Ezio Spataro, Milano 1 luglio 2014
da http://percorsipoeticiabrannu.blogspot.it/
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