Un panorama sugli ultimi libri usciti in occasione del quarantennale della morte del poeta.
Pasolini, vivere e sopravvivere
Michele Fumagallo
La ricorrenza del quarantennale della morte di Pier Paolo
Pasolini è stata utile non solo per rimettere al centro un autore
fondamentale del Novecento italiano ma anche per avvicinare molte
persone ai suoi scritti e ai suoi film. Adesso occorrerà misurarsi con
la sua opera, pezzo per pezzo, senza santificazioni (è la parte
miserevole di questo quarantennale) né distruzioni avventate (c’è sempre
qualcuno che deve distinguersi inutilmente). E senza trascurare la
bistrattata università italiana dove tanti giovani si cimentano nelle
loro tesi con l’opera di Pasolini. Noi intanto proviamo a rimestare
dentro alcuni volumi usciti in questo anno trascorso (chiedendo scusa ai
dimenticati). Assolutamente da non perdere è Bestemmia di Guido Harari
(con la collaborazione fondamentale di Graziella Chiarcossi) che
Chiarelettere ha dato alle stampe come strenna natalizia ricchissima di
foto e documenti (pagine 320, euro 55). Viaggiare nell’universo Pasolini
dagli inizi della sua vita e della sua storia artistica è un’emozione
che non si dimentica. Rileggere alcuni scritti su giornali e riviste,
inquadrati qui in un collage di foto di ogni tipo è una lettura
salutare. «Il primo racconto visivo completo di uno dei più grandi
intellettuali italiani» recita la pubblicità di lancio del volume, e mai
un consiglio per gli acquisti è stato così vicino alla verità. Un
palleggiamento tra immagine e parola, appunti e documenti (spesso
inediti), poesie friulane e disegni, articoli giovanili e
dattiloscritti, foto e quaderni, che dà al libro la vitalità necessaria
per avvicinarsi a un autore come Pasolini. E non c’è alcun dubbio che
questo libro avvicini il lettore giovane al Nostro come nessun altro.
Sempre per Chiarelettere è uscito, poco prima di quest’ultimo, il libro
Pier Paolo Pasolini. Polemica Politica Potere. Conversazioni con Gideon
Bachman a cura di Riccardo Costantini (pagine 144, euro 16). Il lungo
sodalizio tra il fotografo, giornalista e regista americano-tedesco
Bachman e Pasolini è sviscerato in questi lunghi colloqui rimasti
riservati per 40 anni e oggi offerti al lettore da Cinemazero che ne
deteneva i testi registrati. Si tratta di conversazioni illuminanti e
spesso chiarificatrici di molti pensieri espressi dall’autore di
Accattone. A volte una vera e propria miniera di intuizioni e
ragionamenti che Pasolini amava fare e scrivere ma che nella realtà del
vis-a-vis acquistano più interesse e pregnanza. E si va dalle analisi
sulla chiesa e la religione a quelle sull’arte e la poesia, dalla
radiografia sociale a quella sull’Italia e sui suoi repentini e
superficiali cambiamenti, dal cinema alla finzione della libertà
giovanile, dal linguaggio al consumismo che omologa e divora ogni cosa.
Tutto nella triplice scomposizione del Potere, della Politica, della
Polemica. E che igiene (e anticonformismo) sentire Pasolini parlare
così: «Mi sembra che l’unica forza veramente contestatrice del presente
sia il passato. Non c’è niente che possa far crollare il presente come
il passato».
Pier Paolo Pasolini. Vivere e sopravvivere è il volume che Italo Moscati ha dato alle stampe per le Edizioni Lindau (pagine 280, euro 22): una riscrittura e attualizzazione di due suoi precedenti libri (Pasolini e il teorema del sesso e Pasolini passione). Un’opera che scandaglia l’universo del poeta friulano nello stile introspettivo e «romanzesco» di Moscati.
Nello specifico delle opere di Pasolini si segnalano tre volumi molto interessanti sul Vangelo secondo Matteo. Il primo è il libro curato da Roberto Chiesi per l’editrice Le Mani (Cristo mi chiama ma senza luce, pagine 144, euro 18). Un excursus nella genesi e realizzazione del film con saggi che spaziano dal concetto di sacro alla musica usata nel film, dall’eresia del regista al rapporto con la critica, alle testimonianze di attori. Il secondo testo è quello curato da Maura Locantore Non sono venuto a portare la pace ma la spada – Il Vangelo secondo Matteo di P. P. Pasolini 50 anni dopo in Basilicata (Ed.Sinestesie, pagine 204, euro 20). La curatrice mette insieme saggi che danno il senso del rapporto tra i luoghi e le rappresentazioni cinematografiche come non era ancora avvenuto in Lucania. In uno dei saggi, della stessa Locantore, si legge a proposito del Vangelo: «Il poeta riesce a bilanciare, meglio che in qualunque altra opera, i suoi stilemi: capacità lirica, visionarietà poetica, rigore laico, arguta riflessione sociologica e politica, oltre che il suo innato approccio viscerale all’arte e alla vita». Il terzo libro è Pasolini Scatti rubati – Il Vangelo secondo Matteo. Immagini studi e interviste curato da Domenico Notarangelo e Cetta Brancato per le Edizioni di Cinemasud. Meriterebbe una dissertazione a parte il volume curato da Graziella Chiarcossi e Maria D’Agostini, con le belle foto di Mario Dondero e Angelo Novi, su Comizi d’amore (Edizioni Contrasto, pagine 200, euro 19,90), quella straordinaria inchiesta giornalistica e civile che non ha perso un grammo della sua vitalità. Bellissimo è il volume di disegni e diario di Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini Diario segreto di Pasolini (Edizioni Becco Giallo, pagine 210, euro 17,50) sul romanzo di formazione infantile e adolescenziale di Pasolini.
Infine ci sarebbero da citare le innumerevoli tesi di laurea su Pasolini in tante università italiane (a me è capitata di leggerne ultimamente una, proveniente dall’ateneo di Salerno, molto interessante di Luigi Capone su «L’ultimo Pasolini»), se l’università interessasse a qualcuno nella misera classe dirigente italiana. Ma qui è Pasolini stesso a venirci incontro con queste parole definitive nei dialoghi con Bachman: «Il problema è che tutto il mondo giornalistico e tutta la borghesia italiana sono convinti che i giovani siano finalmente liberi. Anche tutta la sinistra. E questo perché non li amano».
Da IL MANIFESTO ALIAS 30 gennaio 2016
Pier Paolo Pasolini. Vivere e sopravvivere è il volume che Italo Moscati ha dato alle stampe per le Edizioni Lindau (pagine 280, euro 22): una riscrittura e attualizzazione di due suoi precedenti libri (Pasolini e il teorema del sesso e Pasolini passione). Un’opera che scandaglia l’universo del poeta friulano nello stile introspettivo e «romanzesco» di Moscati.
Nello specifico delle opere di Pasolini si segnalano tre volumi molto interessanti sul Vangelo secondo Matteo. Il primo è il libro curato da Roberto Chiesi per l’editrice Le Mani (Cristo mi chiama ma senza luce, pagine 144, euro 18). Un excursus nella genesi e realizzazione del film con saggi che spaziano dal concetto di sacro alla musica usata nel film, dall’eresia del regista al rapporto con la critica, alle testimonianze di attori. Il secondo testo è quello curato da Maura Locantore Non sono venuto a portare la pace ma la spada – Il Vangelo secondo Matteo di P. P. Pasolini 50 anni dopo in Basilicata (Ed.Sinestesie, pagine 204, euro 20). La curatrice mette insieme saggi che danno il senso del rapporto tra i luoghi e le rappresentazioni cinematografiche come non era ancora avvenuto in Lucania. In uno dei saggi, della stessa Locantore, si legge a proposito del Vangelo: «Il poeta riesce a bilanciare, meglio che in qualunque altra opera, i suoi stilemi: capacità lirica, visionarietà poetica, rigore laico, arguta riflessione sociologica e politica, oltre che il suo innato approccio viscerale all’arte e alla vita». Il terzo libro è Pasolini Scatti rubati – Il Vangelo secondo Matteo. Immagini studi e interviste curato da Domenico Notarangelo e Cetta Brancato per le Edizioni di Cinemasud. Meriterebbe una dissertazione a parte il volume curato da Graziella Chiarcossi e Maria D’Agostini, con le belle foto di Mario Dondero e Angelo Novi, su Comizi d’amore (Edizioni Contrasto, pagine 200, euro 19,90), quella straordinaria inchiesta giornalistica e civile che non ha perso un grammo della sua vitalità. Bellissimo è il volume di disegni e diario di Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini Diario segreto di Pasolini (Edizioni Becco Giallo, pagine 210, euro 17,50) sul romanzo di formazione infantile e adolescenziale di Pasolini.
Infine ci sarebbero da citare le innumerevoli tesi di laurea su Pasolini in tante università italiane (a me è capitata di leggerne ultimamente una, proveniente dall’ateneo di Salerno, molto interessante di Luigi Capone su «L’ultimo Pasolini»), se l’università interessasse a qualcuno nella misera classe dirigente italiana. Ma qui è Pasolini stesso a venirci incontro con queste parole definitive nei dialoghi con Bachman: «Il problema è che tutto il mondo giornalistico e tutta la borghesia italiana sono convinti che i giovani siano finalmente liberi. Anche tutta la sinistra. E questo perché non li amano».
Da IL MANIFESTO ALIAS 30 gennaio 2016
Nessun commento:
Posta un commento