06 novembre 2017

ALFONSO GATTO, A mio padre






Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come ai nostri sogni in libertà s’accenda di speranze di poveri di cielo, io troverei un pianto da bambino e gli occhi aperti di sorriso, neri neri come le rondini del mare. Mi basterebbe che tu fossi vivo, un uomo vivo col tuo cuore è un sogno. Ora alla terra è un’ombra la memoria della tua voce che diceva ai figli: - Com’è bella la notte e com’è buona ad amarci così con l’aria in piena fin dentro al sonno - Tu vedevi il mondo nel plenilunio sporgere a quel cielo, gli uomini incamminati verso l’alba.

Alfonso Gatto

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