22 novembre 2017

GIACOMO RIBAUDO a PINO PUGLISI



      Ieri sera, dopo tanti anni, un vecchio amico d' infanzia è tornato a visitare e a benedire la mia casa. Mi ha lasciato, per regalo, alcuni suoi inediti versi dedicati alla memoria di P. Pino Puglisi. (fv) 


Il sorriso e il bossolo


Ho rivisto,

quasi dopo secoli,

i quattro pavimenti

girati dai tuoi piedi stanchi

a piazza Anita,

dove l’ultimo rintocco

non fu di una campana…

Mi sembrò di vederlo

ancora lì, sull’uscio,

il bossolo, tuo unico compagno

verso il giaciglio di morte

che ti accolse

fra le tenere braccia di Giovanni di Dio.

Rivivo spesso gli anni felici,

fra viaggi e incontri,

dibattiti e preghiere,

in ogni angolo dell’Isola

e più sopra,

a Roma, a Napoli, a Cassino…

Ti chiedevamo di Godrano,

e tu sorridevi, come se stringessi,

fra le mani e il cuore, una perla in dono.

Hai intessuto un diamante

di un grumo di flaccide case,

con una chiesa cadente,

e cuori aguzzi come gladii taglienti.

E passavi, dal villaggio

ai tuoi banchi, ai tuoi alunni,

dalle strade ai palazzi,

da Brancaccio ai notabili,

con l’alma pesante

e la lanterna in cuore…

E bussavi chiedendo,

accoglievi ascoltando

severo e soave

potenti e mendichi…

Perché ti hanno ucciso,

perché proprio te?

I tuoi amici (davvero!)

Il sangue e il fiato,

con letizia

avrebbero in tua vece versato.

Tu, mite Agnello,

con un chiodo, senza un belato,

ti hanno disteso.

Non la croce ti ha accolto, ma il duro cemento,

sull’uscio di casa,

trascinandoti in terra

il piombo alla nuca il sorriso alla bocca.

Scintille di stelle,

sull’azzurro di cielo,

sono ormai

le tue gocce di sangue.

L’arrossata metropoli,

la terribile augusta Palermo,

non è più nell’angoscia.

Ci sei tu, che sorridi e  spargi,

cunei di forza

e guizzi di splendore…


Giacomo Ribaudo

Nessun commento:

Posta un commento