A Ciccino Carbone in questo blog abbiamo dedicato sempre lo spazio che merita. Oggi però mi piace riproporre il breve ritratto che ne fa un'amica del cuore, con cui è stato un piacere lavorare insieme nella redazione di una rivista che si richiamava, fin dal titolo, al creatore di Godranopoli. (fv)
Francesco Carbone (Nato in Libia nel 1923 morto a Palermo nel 1999), che era un artista ma poco si dedicò alla sua arte per dedicarsi all'Arte e ai suoi unici fruitori, gli esseri umani, fece un'esperienza.
Stanco della vita in Sicilia - a quei tempi a Godrano, il paese nel quale poi ha fondato #Godranopoli investendo tutti i suoi soldi per concretizzare in un "museo" l'operato di una vita - scrisse una lettera a un amico, che mi pare vivesse in Svizzera, dichiarando la sua insofferenza e la decisione di andare in Argentina. Partì e lì lavorò come corrispondente de "Il corriere degli italiani", sul quale pubblicava anche delle poesie, dal sapore antico e nostalgico. Per la sua preparazione e per la sua prontezza, si trovò a intervistare persino Eva Peron. Ma Ciccino Carbone fece anche un'altra cosa, meno eclatante ma altrettanto utile. Cominciò ad informare gli italiani che pensavano di partire per l'Estero e di trovare l'Eldorado, fuorviati anche dai parenti che si vergognavano di raccontare per posta quanto soffrivano, di quali fossero le reali condizioni nelle quali vivevano gli immigrati. Così, grazie al suo operato e di altri come lui, gli italiani cominciarono a valutare meglio le mete verso le quali emigrare, sempre in condizioni difficili; e non smisero di emigrare, non potevano, ma alcuni evitarono e gli altri almeno sapevano a cosa andavano incontro quando partivano. Poi Francesco Carbone tornò in Sicilia, per le elezioni al paese di Godrano, dove aveva capeggiato le lotte per i diritti dei pastori e dei contadini. Ma questa è un'altra storia. Un'altra volta la si racconta, la potrebbe raccontare qualcun altro.
Sara Valeria Lo Bue
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