Oggi Benedetto Croce è considerato un cane morto da tanti.
Secondo me, invece, è più moderno di Heidegger. Non a caso ha saputo trovare le
parole giuste contro il filosofo nazista:
"Scrittore di generiche sottigliezze, arieggiante a un
Proust cattedratico, egli che, nei suoi libri non ha dato mai segno di prendere
alcun interesse o di avere alcuna conoscenza della storia, dell'etica, della
politica, della poesia, dell'arte, della concreta vita spirituale nelle sue
varie forme - quale decadenza a fronte dei filosofi, veri filosofi tedeschi di
un tempo, dei Kant, degli Schelling, degli Hegel! -, oggi si sprofonda di colpo
nel gorgo del più falso storicismo, in quello, che la storia nega, per il quale
il moto della storia viene rozzamente e materialisticamente concepito come
asserzione di etnicismi e di razzismi, come celebrazione delle gesta di lupi e
volpi, leoni e sciacalli, assente l'unico e vero attore, l'umanità. (...) E
cosi si appresta o si offre a rendere servigi filosofico-politici: che è
certamente un modo di prostituire la filosofia."
(B. Croce, Conversazioni Critiche, Serie Quinta, Bari,
Laterza, 1939, p. 362
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