All’ autonomia leghista manca una vera opposizione
Filippo Veltri
Il percorso
dell’autonomia differenziata del leghista Roberto Calderoli corre e nessuno
protesta sul serio. Martedì scorso il testo è arrivato nell’aula del Senato,
dopo essere stato licenziato dalla Commissione Affari Costituzionali di Palazzo
Madama.
Pietro Massimo
Busetta ha lanciato un allarme ma i sordi e i ciechi continuano ad essere la
maggioranza. Tutti sanno infatti che l’autonomia così voluta dal ministro
leghista danneggera’ ulteriormente il Sud e in assenza di una crescita a due
cifre la spesa storica rimarra’ invariata. La domanda che Busetta si è posta è,
dunque, scontata e naturale: se cosi’ e’ come mai non si ribella una realta’
che sia nel passato che oggi e’ penalizzata, dove non arriva manco piu’ il Giro
d’ Italia ciclistico? Come mai il Sud non si ribella e anzi (sempre Busetta)
continua a dare consenso e aiuti agli ascari locali che da Roma governano il
Paese?
C’e’ davvero
un punto politico irrisolto in questo assordante silenzio e in questo vuoto di
iniziative continue (e non episodiche e marginali come purtroppo stiamo
assistendo da mesi e anni). Riguarda destra e sinistra dello schieramento
politico, ma ovviamente piu’ la sinistra non fosse altro che per la provenienza
del DDL Calderoli, ora oggetto di scambio per il disegno della Meloni sul
premierato. Invece unica voce forte delle ultime ore paradossalmente (ma poi
non tanto) è stata quella del presidente di Forza Italia della Regione
Calabria, Roberto Occhiuto, il quale in un’intervista alla ‘Stampa’ di Torino
nei giorni scorsi non ci è andato
leggero. Anzi.
Leggete quello
che ha detto: ‘’…il percorso che Calderoli propone per l’Autonomia
differenziata non è quello che avevamo pattuito’’. Il ministro leghista
vorrebbe prima approvare la legge sull’Autonomia, poi garantire le risorse per
finanziare i Lep, ”ma è un approccio sbagliato. Le due cose devono viaggiare
insieme, altrimenti – ha ancora detto il governatore azzurro, molto ascoltato a
Roma e assai vicino al vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani – per il Sud
l’Autonomia rischia di diventare una trappola”.
E ancora:
“temo che il primo vagone del treno, quello con la legge sull’Autonomia, arrivi
puntuale in stazione mentre gli altri vagoni, che contengono il finanziamento
dei Lep e il meccanismo di perequazione, finiscano su un binario morto.
Senza il finanziamento dei Lep e senza il fondo perequativo (destinato ai
territori con minore capacità fiscale pro-capite, ndr), i vantaggi per il
Mezzogiorno sarebbero pochi. L’effetto finale, in altre parole, sarebbe quello
di avere un aumento del divario tra Sud e Nord. Esattamente il contrario di
quello che potremmo ottenere. Trovo quindi assurdo che per la possibilità
dell’Autonomia si vada di corsa e ci sia un’attenzione spasmodica, mentre per
ottemperare a due obblighi costituzionali non ci sia alcuna fretta.
Anche l’idea
di permettere delle pre-intese è una fuga in avanti, se non sono finanziati i
Lep. Questo modo di procedere non va bene a me e penso non vada bene nemmeno a
Forza Italia. Credo di non parlare a titolo personale. I governatori del Sud
hanno le mie stesse preoccupazioni. Anche il gruppo parlamentare ha molti
deputati e senatori meridionali che come me non hanno pregiudizi verso
l’Autonomia, ma vogliono garanzie sulle risorse per i servizi da fornire ai
cittadini. Altrimenti la conclusione è chiara a tutti: l’Autonomia non sarebbe
più un’opportunità per il Mezzogiorno’’.
Domanda
finale: perché al di là degli schieramenti, delle cose dette e fatte in
precedenza dallo stesso Occhiuto (pesa come un macigno il suo sì in Conferenza
Stato Regioni al progetto Calderoli), dei posizionamenti tattici etc etc (si ha
notizie di un tardivo anche in questo in caso ravvedimento del fratello di
Occhiuto, il senatore Mario nella Commissione di Palazzo Madama) non si
raccoglie, si amplia, si fortifica questo seppur tardivo grido d’allarme?
Se ci sono
strumentalismi o giochini da politicanti si verificherà (al tavolo del poker,
grande metafora della politica, si arriva fino in fondo e se è un bluff le
carte bisogna svoltarle) ma intanto si prenda per buono quanto detto e si
allarghi schieramento e lotta comune. Il resto è altrimenti solamente silenzio
o grida nel deserto!
da “il
Quotidiano del Sud” del 18 novembre 2023
Nessun commento:
Posta un commento