In questo blog ho ricordato più volte che Albert Camus è stato il mio primo amore intellettuale. Cominciai a leggerlo a sedici anni. Trovai ne La peste una risposta alle domande che mi ponevo all''indomani dell'assurda morte prematura di mio padre. Amavo la sua Algeria e condividevo il suo amore per la natura, il mare, il sole e il deserto.
Qualche anno dopo lessi J. P. Sartre. I suoi saggi L'esistenzialismo è un umanismo e Critica della ragione dialettica mi conquistarono immediatamente e trovai convincenti le sue critiche a L' uomo in rivolta di Camus.
Ciò malgrado, dal punto di vista estetico e letterario, continuavo a preferire i racconti ed il teatro di Camus rispetto alla narrativa e al teatro di Sartre.
Oggi in rete ho trovato, oltre alla bellissima foto di sopra, una sintetica ricostruzione del conflitto che lacerò l' intellighenzia europea del tempo:
"La rivalità
tra Camus e Sartre ha portato a uno dei duelli intellettuali più interessanti
del XX secolo.
Entrambi
militavano nell'esistenzialismo, ma di fronte al marxismo di Sartre, Camus
metteva davanti la libertà come l'unica redenzione possibile.
In "Tempi
moderni", Sartre ha scritto: "Era l'ammirevole congiunzione tra un
uomo, un'azione e un'opera. Nel 1944, la sua personalità è stata l'avvenire,
nel 1952, è il passato. Vive già solo a metà tra noi. Spero che il nostro
silenzio faccia dimenticare questa polemica".
Camus rispose:
"Sono stanco, come i vecchi militanti che non si sono mai spaventati di
fronte alle lotte del loro tempo, di dover ricevere senza tregua lezioni di
efficacia da parte di censori che non hanno mai fatto altro che mettere le loro
poltrone nel senso della storia".
In piedi, da
sinistra a destra: Jacques Lacan, Cécile Éluard, Pierre Reverdy, Louise Leiris,
Pablo Picasso, Zanie de Campan, Valentine Hugo e Simone de Beauvoir.
Seduti:
Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Michel Leiris, Brassa ï e Jean Aubier.
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