SUL "MANCATO INCONTRO"
di due geniali uomini liberi
La critica di W. Benjamin
allo “storicismo scientista” e positivista non sfiora neppure da lontano lo
storicismo gramsciano. Se Gramsci avesse conosciuto il geniale critico
ebreo-tedesco si sarebbe immediatamente riconosciuto in tanti dei suoi saggi.
Anche per Gramsci,
infatti, il “materialismo storico” lavora sul non detto e sul non visibile, con
gli scarti e gli scartati; anche Gramsci si pone il problema di salvare la
memoria dei vinti per questo, in uno dei suoi ultimi Quaderni del carcere, riesce
ad indicare i contorni e ad abbozzare il metodo da seguire per scrivere la
storia delle classi subalterne ossia di coloro che stanno “ai margini della
storia”[1]
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