Quella grande scuola di italiano che costruisce comunità
Ogni anno sono centinaia i migranti che si iscrivono ai corsi di una delle più grandi scuole di italiano. È il frutto di alcune realtà che hanno scelto di camminare insieme nella rete YaBasta!, nell’area nord-est di Napoli che parte dai confini del capoluogo e si estende fino alle province di Caserta, Avellino e Salerno. Qui, insieme alla scuola vengono promossi doposcuola, sportelli per il supporto legale, attività contro lo sfruttamento lavorativo e anche il banco alimentare. L’idea di accoglienza diffusa che cercano di proteggere è quella in cui i migranti sono protagonisti di tutte le attività, a cominciare dai momenti di convivialità, i cineforum, le attività sportive, i laboratori di musiche e danze popolari, ma anche le iniziative di volontariato come la riqualificazione della Stazione di Scisciano e la partecipazione a progetti come Scuola e volontariato del CSV, che ha permesso di coinvolgere studentesse e studenti liceali. Non sono i numeri a fare grande questa esperienza, ma l’ostinazione con la quale questa rete crea ogni giorno bellezza e comunità
Scisciano, Marigliano e San Vitaliano: un’oasi di umanità, resilienza e resistenza, nella distesa arida dell’indifferenza. I tre comuni infatti ospitano le attività e i progetti della rete sociale YaBasta! Small Axe, Nova Koinè e Restiamo Umani. Radicate sul territorio da quindici anni, le associazioni promuovono una delle più grandi scuole di italiano per stranieri dell’area nord-est di Napoli che parte dai confini del capoluogo e si estende fino alle provincie di Caserta, Avellino e Salerno.
Ogni anno sono centinaia i migranti che si iscrivono ai corsi di italiano, completamente gratuiti, che si tengono a Marigliano all’interno del palazzo ducale e nel centro storico. Corsi erogati in partenariato con il CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti) Napoli Provincia 2 e che consentono l’ottenimento del certificato A2 e del diploma di terza media. “La lingua è uno strumento per costruire una comunità nuova, dove tutti possano sentirsi a casa, condividere gioie e dolori, supportarsi a vicenda, resistere all’imbruttimento della società generando nuova bellezza e fratellanza” dice il fondatore della scuola Francesco Evangelista, oggi coordinatore del progetto SAI del Comune di Scisciano.
Sembra proprio così: ad oggi, dopo circa un mese di iscrizioni, gli alunni iscritti sono oltre 120, di almeno sette nazionalità differenti, supportati da nove docenti volontari che si riuniscono una volta a settimana per pianificare le azioni didattiche e organizzare le lezioni settimanali. “La nostra scuola è alla base della comunità. Quando entri ti senti subito a casa in un melting pot solidale che non lascia nessuno indietro”, aggiunge Francesco.
Numeri importanti, anche quest’anno, provengono dalla scuola di Poggiomarino, entrata in rete da circa tre anni, dove gli iscritti hanno quasi raggiunto quota cento.
Prime lezioni scuola di italiano
Il doposcuola Don Chisciotte è l’altro progetto storico portato avanti con tenacia dalla rete sociale.
Anche quest’anno, come da più di dieci anni, tutti i pomeriggi a Scisciano e da due anni anche a Marigliano, si svolge il doposcuola solidale Don Chisciotte, nato per promuovere l’inclusione sociale dei ragazzi e delle ragazze attraverso pratiche di supporto scolastico e socializzazione. Il Doposcuola, come tutte le altre attività è realizzato in partenariato con i Servizi Sociali e prevede il supporto specifico a minori con difficoltà economiche segnalati dagli stessi servizi sociali o dalle scuole del territorio. Quest’anno, accompagnati da quindici operatori, si stanno conoscendo e stanno crescendo insieme, una trentina di ragazzi di differenti nazionalità. “Ci hanno insegnato che anche se i contesti di provenienza sono diversi e le lingue hanno perfino alfabeti differenti, ci si può divertire insieme, si può essere amici, si può costruire e sognare un presente di ponti e non di muri, partendo proprio dai più piccoli”, sostiene Rossella Romano, una delle fondatrici del Doposcuola.
Alcune attività del doposcuola: la riqualificazione della Stazione dei diritti e la consegna doni per l’epifania
La rete è molto impegnata anche nel sostegno ai migranti ed è oramai specializzata nel supporto legale e amministrativo, nella lotta alle discriminazioni e nella rivendicazione dei diritti di tutti. Tale azione è organizzata con l’apertura tre volte a settimana di due sportelli, uno a Scisciano e uno a Poggiomarino e a parlare sono anche i numeri: da gennaio ad oggi gli accessi agli sportelli hanno raggiunto quota settemila durante le aperture dei giorni mercoledì e venerdì nella stazione della circumvesuviana di Scisciano e giovedì nella sede di Poggiomarino. Molte persone che si sono rivolte agli sportelli sono state accompagnate nella formalizzazione della richiesta di asilo politico oppure di protezione speciale. “È allo Sportello diritti che con il lavoro quotidiano ci rendiamo conto di quanto le leggi siano ingiuste ed escludenti, di tanti fratelli e tante sorelle che vivono in un limbo fatto di attese e speranze, di relazioni a metà tra la terra di origine e quella che li accoglie”, spiega Emilio Mesanovic, fondatore dello sportello di Poggiomarino e coordinatore del servizio dei due sportelli (nonché operatore legale del progetto SAI di Scisciano).
Sportello diritti: stazione circumvesuviana di Scisciano
Da anni poi le associazioni si occupano della gestione del Banco Alimentare del Comune di Scisciano che sostiene 120 famiglie del territorio e anche del Banco Alimentare “Invisibili” nato da una vertenza contro i bandi discriminatori fatti da alcuni comuni che escludevano le persone prive di documenti o residenza dalla possibilità di accedere al sostegno alimentare. Il banco “invisibili” ha seguito e segue 75 famiglie del territorio ed è affidato a sei volontari dell’associazione. Racconta Ayoub, volontario del banco.“Nonostante riteniamo che la misura assistenziale del pacco non sia una misura adeguata e sia ai limiti del rispetto della dignità della persona, ci ostiniamo a fornire questo supporto che seppur minimo è per noi uno strumento per non perdere mai il contatto con le famiglie più svantaggiate che spesso si rivolgono a noi per le numerose necessità di cui hanno bisogno, molte volte dovute alle mancanze dei servizi pubblici territoriali. La nostra ambizione è trasformare il banco alimentare in Emporio solidale e restituire una forma concreta di presidio di umanità e dignità alle persone che richiedono questo tipo di supporto”.
Questa realtà, che da sempre lavora per la rivendicazione dei diritti e la costruzione di una comunità fondata sulla fratellanza e la solidarietà, dal 2021 è diventata Ente Attuatore del progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del Comune di Scisciano che ospita 52 richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Grazie all’accoglienza diffusa sul territorio in piccoli appartamenti è possibile aiutare gli ospiti non solo a conoscere la città e dunque a “integrarsi”, ma anche a raggiungere una propria autonomia. Le persone ospitate nel SAI di Scisciano seguono delle specifiche progettualità legate ai loro desideri e alle loro necessità per inserirsi nel mondo del lavoro, che vengono raggiunte grazie alla professionalità dei dipendenti, degli specialisti e degli esperti che le affiancano nel loro percorso: fondamentale infatti è il lavoro d’equipe dall’assistente sociale, alla psicologa, passando per l’educatrice, ai mediatori, agli operatori legali, operatori all’accoglienza e all’integrazione, nonché per le insegnanti di lingua italiana.
“Ciò che secondo noi rende questo progetto virtuoso è il coinvolgimento degli ospiti del SAI in tutte le attività che svolgiamo nella nostra comunità, cercando di far vivere loro gli spazi e far conoscere loro le tradizioni della nostra terra – dice Anita Romano, psicologa del Progetto SAI e attivista storica della rete – Per questo, ad esempio, anche quest’anno abbiamo organizzato diverse attività e laboratori che hanno permesso loro di conoscere i nostri volontari, la nostra comunità di riferimento: momenti di convivialità, cineforum, proiezioni, attività sportive, laboratori di musiche e danze popolari, attività di volontariato come la riqualificazione, durante la giornata dedicata all’antirazzismo, della Stazione di Scisciano e la partecipazione a progetti come ‘Scuola e volontariato’ del CSV di Napoli, che ha permesso la conoscenza ad alcuni studenti liceali, della nostra associazione e degli ospiti del nostro progetto”.
Grazie all’impegno quotidiano e alla forte motivazione che muove l’attività degli operatori, è stato possibile sottrarre molti migranti dallo sfruttamento lavorativo. In particolare, ciò che rivendica l’associazione è di aver supportato oltre venti ospiti bengalesi a lasciare la fabbrica in cui lavoravano per oltre dodici ore al giorno per una paga, spesso in nero, di due euro e 50 centesimi l’ora. Queste persone spesso erano indebitate con gli stessi datori di lavoro ma dopo un percorso di orientamento ai diritti sono riuscite a uscire dallo sfruttamento e trovare un lavoro più dignitoso. “A molti altri – raccontano – siamo riusciti a far ottenere un miglioramento salariale all’interno di aziende della ristorazione del territorio, contratti dignitosi e coerenti con le effettive ore di lavoro che svolgevano”. In altri casi invece sono state intentate cause di lavoro nei confronti dei datori di lavoro che non hanno ascoltato le rivendicazioni dei loro dipendenti.
Aggiunge Francesco: “È prassi diffusa, soprattutto nei confronti dei migranti, che i datori di lavoro di quest’area non registrino contratti di lavoro rispondenti alle effettive ore lavorate. Parte del salario viene regolarmente erogato con bonifico e parte in nero. Molti giorni di lavoro vengono segnati come assenza ingiustificata in modo tale che possono azzerare i giorni di ferie. Ne consegue che il lavoratore non avrà diritto a giorni di ferie durante l’anno e anzi, spesso anche i giorni di malattia vengono decurtati dalle buste paga. Pratica ancor più deplorevole sussiste poi nel proporre, a chi ha maggior bisogno di denaro, di coprire i turni di coloro che invece si sono presi dei giorni di vacanza che non verrà retribuita. In questo modo chi già lavora 40 e più ore settimanali si troverà a lavorarne almeno 60/70 ricevendo anche lo stipendio di chi invece è in ferie…”.
Grande impegno della rete sussiste anche negli eventi di informazione del territorio e soprattutto delle fasce più giovani della popolazione. Da tre anni infatti, il 3 ottobre, la rete sociale è impegnata nella commemorazione della strage di Lampedusa del 2013, aderendo alla Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza con un evento molto forte che coinvolge gli ospiti del progetto di accoglienza disponibili a condividere con i partecipanti la propria storia e il percorso migratorio. Quest’anno, in occasione dell’evento, è stato pubblicato il volume Quello che resta – Storie di viaggi e di frontiere che raccoglie molte storie degli ospiti dei progetti SAI di Scisciano e di Pollena Trocchia. Edito da Melagrana e distribuito gratuitamente a tutti i partecipanti, sarà distribuito nelle scuole del territorio nei futuri incontri di sensibilizzazione previsti.
Con slogan come “Siamo un esercito di sognatori e per questo siamo invincibili” “Non esistono problemi, soltanto soluzioni” “Viva la fratellanza tra i popoli”, la rete sociale YaBasta! Nova Koinè – Small Axe – Restiamo Umani, coltiva ogni giorno in molti diversi un mondo migliore cercando di seminare bellezza per resistere a quest’epoca sempre più buia.
Scisciano (NA), ottobre 2023
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