Sabato 27 febbraio 2016, alle ore 17, nella SALA PICTA di TERMINI IMERESE cercheremo di cogliere il filo che lega l'opera di Pino Battaglia a quella di Pier Paolo Pasolini.
Pasolini, da Saluto e augurio
Difendi
i paletti di gelso, di ontano,
in nome
degli Dei, greci o cinesi.
Muori di
amore per le vigne.
Per i
fichi negli orti. I ceppi, gli stecchi.
[…]
Difendi i campi tra il paese e la
campagna,
con le
loro pannocchie abbandonate. Difendi il prato
tra
l’ultima casa del paese e la roggia.
I casali
assomigliano a Chiese:
godi di
questa idea, tienla nel cuore.[…].
Tu
difendi, conserva, prega: ma ama i poveri: ama la loro diversità.
Ama la
loro voglia di vivere soli nel loro mondo […]dove non arrivi
la
parola del nostro mondo; […] ama il loro dialetto inventato ogni mattina,
per non
farsi capire; per non condividere con nessuno la loro allegria.
[…]
Prenditi
tu sulle spalle questo fardello. Io non posso, nessuno ne capirebbe lo
scandalo.
Un
vecchio ha rispetto del giudizio del mondo. Anche se non gliene importa niente
[…].
Prenditi
tu questo peso, ragazzo che mi ascolti.
Pier Paolo Pasolini, da Saluto e augurio (1974), poi in La
nuova gioventù. Poesie friulane 1941-1974, Einaudi
1975, pp.255-259.
G. G. Battaglia, L’ ira del pastore
Voi
che avete distrutto i pascoli verdi
dove
le epoche avevano sedimentato
il
sogno, voi che avete reso minimo
l’oro
delle costruzioni dei boschi,
voi
che dell’infanzia del mondo
avete
saputo imbastire un groviglio,
voi
i destinatari del mio disprezzo.
Io,
nella rocca del mondo, m’ascolto
esistere
e mi rivolgo alle pietre,
alle
canne, agli incantati pagliai,
e
non scricchiolano le ossa dei miei centanni. [1]
[1]
BATTAGLIA, Giuseppe Giovanni, La conta
delle ore, 1988-1992. Ora in Poesie 1979 - 1994, a cura di V.
Ognibene. Roma: Lithos Editrice, 2015, pag.446.
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