Abbiamo parlato più volte, anche in questo blog, dello "sciopero alla rovescia" ideato da Danilo Dolci negli anni cinquanta e realizzato, insieme alla Camera del Lavoro di Partinico, il 2 febbraio 1956. Ci siamo anche chiesti più volte perchè, malgrado la crescente disoccupazione, non si fanno più scioperi come quello. fv
Sessant’anni fa ‘lo sciopero
alla rovescia’ di Danilo Dolci
alla rovescia’ di Danilo Dolci
Il 2 febbraio del 1956 si è svolto tra Partinico e Trappeto il celebre “sciopero
alla rovescia” ideato da Danilo Dolci e messo in atto insieme alla Camera del
Lavoro di Partinico.
Per celebrare l’anniversario ieri a Partinico, si è tenuta un’iniziativa
nell’aula magna dell’istituto comprensivo “Ninni Cassarà” sul tema “La nostra memoria e il
nostro futuro” organizzata da Cgil, Uil, Osservatorio per lo sviluppo e la
legalità, associazione “Danilo Dolci nuovo futuro” e dal Comune.
Hanno partecipato i figli di Danilo Dolci, dirigenti sindacali, docenti, associazioni,
amministratori locali e testimoni dello sciopero alla rovescia, come Gaetano Ferrante, ex direttore del
dipartimento di Fisica dell’Università di Palermo: è oggi l’unico ancora in
vita dei sette arrestati del 2 febbraio ’56, allora aveva vent’anni.
Il 2 febbraio 1956 il sociologo triestino Danilo Dolci, trasferito in
Sicilia già da 4 anni, veniva arrestato mentre guidava un gruppo di braccianti,
edili, allevatori, pescatori, organizzato dalla Camera del Lavoro di Partinico,
a lavorare nella Trazzera vecchia, una regia trazzera borbonica che
attraversava le campagne di Partinico.
Un strada
abbandonata, ma fondamentale per raggiungere il paese, che Danilo Dolci, col
contributo della Cgil, decide di riattivare per restituirla alla fruizione e
nel contempo dare lavoro ai disoccupati in un territorio dall’economia
depressa.
Al
commissario di polizia che era intervenuto per interrompere quello «sciopero
alla rovescia», come venne chiamato, Dolci rispose che «il lavoro non è solo un
diritto, ma per l’articolo 4 della Costituzione un dovere: che sarebbe stato un assassinio
non garantire alle persone il lavoro, secondo lo spirito della Costituzione».
L’accusa era di occupazione di suolo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale
e a Dolci e ai suoi venne negata la libertà provvisoria.
Furono
arrestate, assieme a Dolci, 7 persone: Salvatore “Turiddu” Termine, segretario della Camera
del lavoro di Partinico, l’attivista sindacale e comunista Ignazio Speciale, i
giovani attivisti sindacali Carlo Zanini, Francesco Abbate e Gaetano Ferrante,
e Domenico Macaluso, sindacalista della Confederterra. In 13 furono denunciati
a piede libero. Restarono circa due mesi in carcere: il processo iniziò il 24
marzo.
L’opinione
pubblica allora si mobilitò, deputati e senatori intervennero con
interrogazioni parlamentari, le voci più influenti del paese si schierarono a fianco di Dolci e dei
sindacalisti e attivisti arrestati. Ciò che avvenne intorno allo sciopero alla
rovescia di Trazzera vecchia, fu lo scontro sui modi opposti di considerare la
legalità in Italia: la Costituzione, come regola vivente dei cittadini, contro
la pratica dell’autoritarismo gerarchico, eredità fascista.
All’iniziativa
interverranno il segretario Uil Palermo Giovanni Borrelli, il presidente
dell’osservatorio legalità di Partinico Claudio Burgio, il segretario Uil di
Partinico Piero Caleca, il segretario della Cgil Palermo Enzo Campo, lo storico
e sociologo Salvatore Costantino, Toti Costanzo, insegnante, Vincenzo Di Dia,
testimone dello sciopero, Vincenzo Fedele, cognato di Ignazio Speciale, uno
degli arrestati. E ancora: il segretario Cgil Partinico Pino Gagliano, Marco La
Fata, insegnante, Agostino La Franca, un altro dei testimoni, Salvo Lo Biundo,
sindaco di Partinico, il presidente del centro studi Pio La Torre Vito Lo
Monaco, Giuseppe Nobile, funzionario regionale, di Partinico.
“Alla base
dello sciopero alla rovescia, per rendere transitabile la Trazzera Vecchia,
c’era un’idea, ritornata d’attualità tra le forme di mobilitazione della Cgil,
che è quella di protestare in maniera alternativa e produttiva, lavorando,
per dare una risposta occupazionale a chi il lavoro non ce l’ha, e promuovere
lo sviluppo del territorio – dichiara il segretario Cgil Enzo Campo – Così,
allora, fecero quelle centinaia e centinaia di disoccupati che videro
protagonista la Camera del Lavoro di Partinico: furono reclutati in gran parte
edili, per riattivare una strada comunale in stato di abbandono. Ma i lavori
vennero fermati dalla polizia. Dolci con altre persone, tra cui il segretario
della Camera del Lavoro Turiddu Termine, fu arrestato e successivamente
scagionato dopo un processo che ebbe enorme risalto. A difendere Dolci fu il
grande giurista Piero Calamandrei. Nel collegio di difesa c’era anche un
giovane avvocato, Antonino Sorgi”. Gli Atti del processo vennero pubblicati
nell’agosto dello stesso anno 1956 da Einaudi con il titolo PROCESSO ALL' ART. 4.
Dalla
Redazione di http://palermo.blogsicilia.it/sessantanni-fa-lo-sciopero-alla-rovescia-di-danilo-dolci/
Ecco la recensione di PROCESSO ALL'ART. 4 pubblicata all'indomani della ristampa del libro:
http://cesim-marineo.blogspot.it/2011/08/attualita-di-un-libro.html
Ecco la recensione di PROCESSO ALL'ART. 4 pubblicata all'indomani della ristampa del libro:
http://cesim-marineo.blogspot.it/2011/08/attualita-di-un-libro.html
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