E’
questo il titolo del libro postumo di Vincenzo Consolo, edito da Mondadori, che
raccoglie cinquantadue brevi racconti-apologhi del compianto scrittore siciliano.
Il libro è stato curato da un carissimo amico, Nicolò Messina, appassionato
studioso di Consolo.
Riproponiamo,
di seguito, la bella presentazione che ne ha fatto Emanuela E. Abbadessa su La Repubblica venerdì scorso insieme al
pezzo, che ha dato il titolo al
libro, pubblicato su La Sicilia.
DA MOZIA A PALERMO I NUCLEI
DEI ROMANZI
A tre mesi
dalla scomparsa, Vincenzo Consolo torna in libreria con un volume prezioso e
sicuramente atteso, l' ultimo personalmente concepito e voluto. Esce il 24 da
Mondadori, titolo La mia isola è Las Vegas, un' intelligente raccolta di
cinquantadue racconti inediti o poco noti (per lo più apparsi sulla stampa
quotidiana o periodica). Il curatore del volume, Nicolò Messina, restituisce
nella sua interezza la poetica dello scrittore. Rivive infatti in queste pagine
l' affabulatore sospettoso nei confronti delle forme più convenzionali di
narrazione e capace di dar vita ad arcani intrecci e ad atmosfere oniriche,
attraverso il cesello della parola e il ritmo musicale della prosa. I
cinquantadue brevi scritti coprono l' arco temporale di un cinquantennio, da Un
sacco di magnolie- pubblicato sulla rivista "La Parrucca" (periodico
milanese di cultura e costume, che chiuse nel 1965 dopo dodici anni di
pubblicazioni) il 30 aprile 1957 (ma riapparso su "Stilos" nel
febbraio 2001 col titolo Magnolie morte in fondo al pozzo) - fino a La
meraviglia del cielo e della terra, scritto "Per Fabio Zanzotto",
come si legge nel dattiloscritto insieme alla firma e alla data "10 luglio
2010". Vi sono presenti tutti i temi cari a Consolo, dai ricordi d'
infanzia alla vita milanese, narrati con l' acume e la ferocia di un
intellettuale che fece della scrittura anche un impegno civile. A rendere il
volume davvero importante è la presenza di alcuni testi che rappresentano in
qualche modo le premesse - reali o semplicemente spirituali- ai capolavori
dello scrittore di Sant' Agata di Militello. C' era Mussolini e il diavolo si
fermò a Cefalù, ad esempio, è il titolo di un articolo apparso per la prima volta
in "Tempo illustrato" il 2 ottobre 1971 e dedicato al negromante
Aleister Crowley e i fatti avvenuti nell' Abbazia Thèlema. Impossibile oggi
rileggere queste pagine senza ripensare agli esiti che la riflessione sugli
stravaganti riti esoterici di Crowley a Cefalù ebbero in Nottetempo, casa per
casa, vincitore nel ' ' 92 del Premio Strega. O ancora, i colori e gli odori
della Mozia rievocata nella memoria sono gli stessi che giungono alla loro
cristallina perfezione in Retablo. Così come è viva in queste pagine la Palermo
«sfigurata dalle bombe, massacrata dal cemento, offesa dalle cosche», in Le
macerie di Palermo, uscito per la prima volta su "Diario" il 16
novembre 2001. Di Vincenzo Consolo, così difficilmente definibile o
circoscrivibile all' interno di una delle tante categorie letterarie, il volume
raccoglie scritti estremamente eterogenei in cui ora la memoria, ora l' impegno
civile, ora il piacere puro della narrazione emergono più fortemente. Ma, in
maniera sensazionale, qui come altrove, lo scrittore si riconsegna al suo
pubblico, con intatta la sua capacità di affabulare, l' incanto di una terra
antica, guardata da quell' osservatorio assai particolare che è Milano, ma con
la voglia costante di scavare all' interno della magia isolana per scoprire
nuove vie della narrazione. L' Isola "patria e matria", come la
definisce nel breve scritto che dà il titolo al libro (apparso su "La
Sicilia" il 15 agosto 2004) è la protagonista assoluta di queste pagine:
«Sicilia bedda, Sicilia mia. Mi torna essa nel cuore e nella mente ogni volta
che esco nel cortile del condominio dove abito <...& Terra antica,
nobile e ricca, la mia Sicilia. Terra importante <...&», una terra dalla
quale accomiatarsi, come dalla vita, in punta di piedi, non con un addio ma con
un arrivederci: «E basta, per il momento. Ora devo uscire in cortile per la mia
oretta d' aria. Riprenderò domani». –
EMANUELA E.
ABBADESSA La Repubblica
20 aprile 2012 — pagina 14 sezione: PALERMO.
N.B. : Il pezzo che ha dato il titolo al libro è questo: http://www.sciclinews.com/documenti/1508ie21.pdf.pdf
Nessun commento:
Posta un commento