Quanto accaduto a Bolognetta, un paesino
della provincia di Palermo, in questi ultimi giorni per noi
è un segno dei tempi. La Sicilia è più mobile ( e nobile!) di quanto sembra.
Non era per nulla scontato che ad un atto
intimidatorio si reagisse nel modo civile che abbiamo potuto vedere coi nostri
occhi. Diverse centinaia di persone questa
mattina in piazza Giovanni Paolo II (già piazza Matrice) al centro di
Bolognetta, per la manifestazione di pubblico sostegno al gruppo spontaneo LA
RIVOLUZIONE DELLE MATITE, composto da una ventina di ragazze e ragazzi di
Bolognetta.
Nei giorni scorsi un attivista del
gruppo, Sergio Guttilla, 30 anni, capo scout, era stato minacciato da una
telefonata intimidatoria giunta al telefono di casa.
I componenti del gruppo hanno letto gli
slogan contro il voto di scambio ed il voto di parentela, che hanno diffuso
nelle settimane scorse con volantini e manichini di cartone appesi ai pali
della pubblica illuminazione: "Si voti p'u parenti, poi è inutili chi ti
lamenti", "Non votu pi chiddu chi dici 'u ziu, votu comu vogghiu
iu", etc. Su un ampio cartello biancodecine e decine di aprtecipanti hanno
potuto lasciare il proprio nome ed il numero del proprio telefonino, a cui si
può rivolgere chi volesse ancora utilizzare minacce ed intimidazioni.
Sergio Guttilla, il giovane cui è
arrivata la telefonata minatoria, ha letto un messaggio che riproponiamo di
seguito nei suoi passi più significativi.
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"Il 2012 è un anno molto importante. Per chi non lo sapesse, quest’anno
ricorre il ventennale delle stragi di Falcone e Borsellino. E’
indicativo: ancora dopo vent’anni, siamo qui a parlare degli stessi
temi, con il coraggio però di essere in piazza a viso scoperto, senza
paure. In loro ricordo e per tutti gli altri eroi caduti nella lotta
alla criminalità organizzata, vogliamo dedicare questo nostro piccolo, minuscolo, impegno e questa nostra così sentita manifestazione"
"Cari
amici,
Voglio ringraziarvi a nome del gruppo spontaneo “la rivoluzione delle matite”, per l’immensa solidarietà che abbiamo ricevuto in questi giorni da vicini e lontani.
Vogliamo ringraziare in particolar modo l’associazione Libera di Palermo che ci ha espresso la sua totale solidarietà; […]
Voglio ringraziarvi a nome del gruppo spontaneo “la rivoluzione delle matite”, per l’immensa solidarietà che abbiamo ricevuto in questi giorni da vicini e lontani.
Vogliamo ringraziare in particolar modo l’associazione Libera di Palermo che ci ha espresso la sua totale solidarietà; […]
La vostra
presenza ci incoraggia e ci onora. Ci fa capire che non siamo soli, e non è
affatto poco!
Grazie!
Siamo partiti qualche mese fa con un progetto e un impegno che reputavamo semplice e doveroso: comunicare, al di fuori di ogni schieramento, l’attaccamento a quei valori che spesso nelle campagne elettorali vengono sottaciuti per interesse e che vengono messi da parte per dar spazio ad accuse superficiali di basso livello.
Noi ci abbiamo creduto e abbiamo voluto cominciare affiggendo, utilizzando l’effetto sorpresa, sulle porte di ogni famiglia quella frase che Paolo Borsellino ci ha lasciato come impegno e come monito. Sul volantino vi era scritto:
"La rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello".
La reazione scomposta di alcuni e l’euforico appoggio incondizionato di altri, ci hanno subito fatto capire che quelle semplici parole avevano acquistato un peso nuovo, più forte. E siamo davvero orgogliosi di essere stati gli amplificatori di questo messaggio semplice, vero: che, chissà perché, a qualcuno, ha dato fastidio.
In un secondo momento abbiamo voluto ribadire, a chi per scherzo ci prendeva in giro inventandosi una “rivoluzione delle gomme”, che la matita copiativa che serve per votare è indelebile e non può essere cancellata. Così come non può essere cancellata l’opinione libera e sacrosanta dei cittadini quando vogliono manifestare il loro pensiero.
In un terzo momento, sfidando anche gli eventi atmosferici, abbiamo voluto gridare la nostra opposizione al voto di parentela. Le sagome che molti di voi hanno visto appese dappertutto (e che qualche candidato ha preso a calci) ponevano delle domande simpatiche ma serie. In un momento come questo, durante il quale la politica si fa a “pacchetti di parentela”, abbiamo voluto gettare un sasso in quest’acqua torbida cercando di scuotere le coscienze alimentando domande per noi ovvie: che senso ha votare un parente solo perché è parente?
Queste action, a quanto pare, hanno centrato il punto: che non riguarda i semplici schieramenti di lista, ma l’approccio che candidati ed elettori dovrebbero avere davanti alle elezioni comunali.
Troppo spesso ci lamentiamo per le cose che non vanno, per spese che riteniamo assurde, per evidenti speculazioni e favoritismi. Ma tocca a noi far capire a coloro che vogliono rappresentarci, che il nostro voto è e sarà sempre indirizzato verso le persone che possano darci un certificato di onestà vera non soltanto a parole, ma con i fatti concreti.
Ci siamo resi conto che per la prima volta questi temi sono stati affrontati in campagna elettorale e possiamo ben dire che il merito è anche nostro.
Non possiamo tollerare che nel 2012 c’è gente che ancora si fa pilotare, che svende il suo voto, che sta zitta davanti alle minacce che, purtroppo non sono poche. Non sono poche.
Come sapete, anche noi siamo stati contattati con la malriuscita volontà di metterci paura e fermarci.
Ma noi siamo fin troppo fortunati e la partecipazione di oggi ne è la prova. Siamo fortunati perché sappiamo che non siamo affatto soli.
Ma consentiteci di pensare a tutti coloro che sono stati contattati e minacciati e non hanno avuto il coraggio di denunciare perché si sono sentiti soli.
Il percorso che va dalla propria casa alla caserma per la denuncia è una strada sofferta. Tanti sono i dubbi, le paure e le domande. Ma se è in noi la certezza di non essere da soli, allora si trova il coraggio per denunciare, per dire “no”, per metterci ancora la faccia.
Vogliamo dirlo a tutti coloro che, pur manifestando solidarietà, hanno consigliato di non fare “scrusciu”. Perché, dicono, che non c’è più speranza, che la gente non cambierà mai e che è meglio farci i fatti nostri. Questi pensieri, che a nostro avviso offendono chi ha speso la vita affinché qualcosa possa cambiare, non ci appartengono.
Il cittadino non deve avere paura, ha il diritto di essere sostenuto e protetto dalla società e dalle forze dell’ordine, che devono dimostrarsi sempre più vicini ai cittadini con atteggiamenti di vicinanza non solo formali.
Vogliamo dire inoltre a tutti coloro che si sono candidati in passato, a quelli che si candidano oggi e a quelli che si candideranno in futuro: non vi vergognate?
Non vi vergognate quando, per la vostra sete di vittoria, tollerate o peggio ancora vi accordate con coloro che sviliscono la dignità delle persone?
Come fate a stare tranquilli, pensando a vantaggi, numeri, voti, famiglie e calcoli di probabilità, quando i vostri fratelli e le vostre sorelle vengono minacciati, zittiti, impauriti?
Non vi vergognate quando vedete costretti i vostri concittadini a fare i conti con le telefonate anonime, con gli atti intimidatori, con la paura?
Cari amministratori, passati, presenti e futuri,
Noi non ci aspettiamo eroi. E non vogliamo soltanto belle parole di distanza.
Vogliamo gente chiara, che sappia dimostrare con fatti concreti la loro presunzione di essere onesti e leali. A partire dalla scelta dei candidati, dei collaboratori, degli amici, dei sostenitori.
Mettetevi in testa che le generazioni cambiano e che i giovani non si lasceranno più manipolare a vostro piacimento.
Accettatelo e comportatevi di conseguenza.
Abituatevi a sentire le critiche senza scomporvi più di tanto, ricordatevi che quando amministrate siete al servizio dei cittadini e non i podestà. E quando un cittadino si lamenta e protesta considerate che è lui il vostro datore di lavoro e voi i dipendenti.
Non abbiate paura della rete, dei social network, della libertà massima di espressione di tutti, perché non è più il tempo delle azioni nascoste e mute.
Invece di impegnarvi ad accusare chi vi critica, siate più attenti a non fare cose delle quali potreste vergognarvi.
A tutti noi elettori spetta il compito più importante che non è solo votare, ma anche pretendere dai nostri candidati di riferimento, garanzie di onestà e di lealtà. Facciamo sentire loro quanto ci teniamo. Quanto importante è per noi l’espressione del nostro voto che deve essere, necessariamente, libero, incondizionato e di coscienza!
Il gruppo spontaneo "la rivoluzione delle matite” è nato in funzione di queste elezioni amministrative e concluderà il suo impegno a elezioni finite, così come era stato previsto fin dall’inizio.
Ma ormai il dado è tratto e questa corsa che ci vede impegnati ad interessarci e ad essere cittadini attivi non morirà di certo.
Troveremo, insieme ad altra gente di buona volontà, strade nuove per continuare ad essere presenti, per interessarci, per controllare che i nostri amministratori non abusino del loro potere.
Saremo sempre pronti a fare “scrusciu”, per il bene del nostro paese, per i valori nei quali crediamo, per la gente che amiamo.
Rivisitando un’altra frase di Paolo Borsellino vogliamo dire:
“Bolognetta non ci piaceva, per questo abbiamo imparato ad amarla.
Perchè il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.”
Qui accanto a me ci sono tutti quelli che hanno collaborato, riscoprendo la bellezza della condivisione e della partecipazione, con il loro lavoro manuale e di pensiero, sporcandosi le mani, ritagliando, scrivendo, sfidando le intemperie, e facendo le ore piccole per realizzare questo progetto.
Grazie di cuore da tutti i membri della rivoluzione delle matite!"
Grazie!
Siamo partiti qualche mese fa con un progetto e un impegno che reputavamo semplice e doveroso: comunicare, al di fuori di ogni schieramento, l’attaccamento a quei valori che spesso nelle campagne elettorali vengono sottaciuti per interesse e che vengono messi da parte per dar spazio ad accuse superficiali di basso livello.
Noi ci abbiamo creduto e abbiamo voluto cominciare affiggendo, utilizzando l’effetto sorpresa, sulle porte di ogni famiglia quella frase che Paolo Borsellino ci ha lasciato come impegno e come monito. Sul volantino vi era scritto:
"La rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello".
La reazione scomposta di alcuni e l’euforico appoggio incondizionato di altri, ci hanno subito fatto capire che quelle semplici parole avevano acquistato un peso nuovo, più forte. E siamo davvero orgogliosi di essere stati gli amplificatori di questo messaggio semplice, vero: che, chissà perché, a qualcuno, ha dato fastidio.
In un secondo momento abbiamo voluto ribadire, a chi per scherzo ci prendeva in giro inventandosi una “rivoluzione delle gomme”, che la matita copiativa che serve per votare è indelebile e non può essere cancellata. Così come non può essere cancellata l’opinione libera e sacrosanta dei cittadini quando vogliono manifestare il loro pensiero.
In un terzo momento, sfidando anche gli eventi atmosferici, abbiamo voluto gridare la nostra opposizione al voto di parentela. Le sagome che molti di voi hanno visto appese dappertutto (e che qualche candidato ha preso a calci) ponevano delle domande simpatiche ma serie. In un momento come questo, durante il quale la politica si fa a “pacchetti di parentela”, abbiamo voluto gettare un sasso in quest’acqua torbida cercando di scuotere le coscienze alimentando domande per noi ovvie: che senso ha votare un parente solo perché è parente?
Queste action, a quanto pare, hanno centrato il punto: che non riguarda i semplici schieramenti di lista, ma l’approccio che candidati ed elettori dovrebbero avere davanti alle elezioni comunali.
Troppo spesso ci lamentiamo per le cose che non vanno, per spese che riteniamo assurde, per evidenti speculazioni e favoritismi. Ma tocca a noi far capire a coloro che vogliono rappresentarci, che il nostro voto è e sarà sempre indirizzato verso le persone che possano darci un certificato di onestà vera non soltanto a parole, ma con i fatti concreti.
Ci siamo resi conto che per la prima volta questi temi sono stati affrontati in campagna elettorale e possiamo ben dire che il merito è anche nostro.
Non possiamo tollerare che nel 2012 c’è gente che ancora si fa pilotare, che svende il suo voto, che sta zitta davanti alle minacce che, purtroppo non sono poche. Non sono poche.
Come sapete, anche noi siamo stati contattati con la malriuscita volontà di metterci paura e fermarci.
Ma noi siamo fin troppo fortunati e la partecipazione di oggi ne è la prova. Siamo fortunati perché sappiamo che non siamo affatto soli.
Ma consentiteci di pensare a tutti coloro che sono stati contattati e minacciati e non hanno avuto il coraggio di denunciare perché si sono sentiti soli.
Il percorso che va dalla propria casa alla caserma per la denuncia è una strada sofferta. Tanti sono i dubbi, le paure e le domande. Ma se è in noi la certezza di non essere da soli, allora si trova il coraggio per denunciare, per dire “no”, per metterci ancora la faccia.
Vogliamo dirlo a tutti coloro che, pur manifestando solidarietà, hanno consigliato di non fare “scrusciu”. Perché, dicono, che non c’è più speranza, che la gente non cambierà mai e che è meglio farci i fatti nostri. Questi pensieri, che a nostro avviso offendono chi ha speso la vita affinché qualcosa possa cambiare, non ci appartengono.
Il cittadino non deve avere paura, ha il diritto di essere sostenuto e protetto dalla società e dalle forze dell’ordine, che devono dimostrarsi sempre più vicini ai cittadini con atteggiamenti di vicinanza non solo formali.
Vogliamo dire inoltre a tutti coloro che si sono candidati in passato, a quelli che si candidano oggi e a quelli che si candideranno in futuro: non vi vergognate?
Non vi vergognate quando, per la vostra sete di vittoria, tollerate o peggio ancora vi accordate con coloro che sviliscono la dignità delle persone?
Come fate a stare tranquilli, pensando a vantaggi, numeri, voti, famiglie e calcoli di probabilità, quando i vostri fratelli e le vostre sorelle vengono minacciati, zittiti, impauriti?
Non vi vergognate quando vedete costretti i vostri concittadini a fare i conti con le telefonate anonime, con gli atti intimidatori, con la paura?
Cari amministratori, passati, presenti e futuri,
Noi non ci aspettiamo eroi. E non vogliamo soltanto belle parole di distanza.
Vogliamo gente chiara, che sappia dimostrare con fatti concreti la loro presunzione di essere onesti e leali. A partire dalla scelta dei candidati, dei collaboratori, degli amici, dei sostenitori.
Mettetevi in testa che le generazioni cambiano e che i giovani non si lasceranno più manipolare a vostro piacimento.
Accettatelo e comportatevi di conseguenza.
Abituatevi a sentire le critiche senza scomporvi più di tanto, ricordatevi che quando amministrate siete al servizio dei cittadini e non i podestà. E quando un cittadino si lamenta e protesta considerate che è lui il vostro datore di lavoro e voi i dipendenti.
Non abbiate paura della rete, dei social network, della libertà massima di espressione di tutti, perché non è più il tempo delle azioni nascoste e mute.
Invece di impegnarvi ad accusare chi vi critica, siate più attenti a non fare cose delle quali potreste vergognarvi.
A tutti noi elettori spetta il compito più importante che non è solo votare, ma anche pretendere dai nostri candidati di riferimento, garanzie di onestà e di lealtà. Facciamo sentire loro quanto ci teniamo. Quanto importante è per noi l’espressione del nostro voto che deve essere, necessariamente, libero, incondizionato e di coscienza!
Il gruppo spontaneo "la rivoluzione delle matite” è nato in funzione di queste elezioni amministrative e concluderà il suo impegno a elezioni finite, così come era stato previsto fin dall’inizio.
Ma ormai il dado è tratto e questa corsa che ci vede impegnati ad interessarci e ad essere cittadini attivi non morirà di certo.
Troveremo, insieme ad altra gente di buona volontà, strade nuove per continuare ad essere presenti, per interessarci, per controllare che i nostri amministratori non abusino del loro potere.
Saremo sempre pronti a fare “scrusciu”, per il bene del nostro paese, per i valori nei quali crediamo, per la gente che amiamo.
Rivisitando un’altra frase di Paolo Borsellino vogliamo dire:
“Bolognetta non ci piaceva, per questo abbiamo imparato ad amarla.
Perchè il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.”
Qui accanto a me ci sono tutti quelli che hanno collaborato, riscoprendo la bellezza della condivisione e della partecipazione, con il loro lavoro manuale e di pensiero, sporcandosi le mani, ritagliando, scrivendo, sfidando le intemperie, e facendo le ore piccole per realizzare questo progetto.
Grazie di cuore da tutti i membri della rivoluzione delle matite!"
Sergio Guttilla
caro Franco,
RispondiEliminai tuoi post sono a raffica e io non riesco a trovare il tempo di leggerli con immediatezza ma questa storia della rivoluzione delle matite mi piace assai. La speranza può anche essere un lieve segnale di fumo, un fumo che nasce da braci che speriamo accendano l'incendio.
Vai Franco.
Fab
Caro Franco,
RispondiEliminaa proposito di voto dato ai parenti, nepotismo e familismo ancora dilaganti in Sicilia e in Italia, condivido con il tuo blog e con tutti i suoi lettori un piccolo e ironico contributo, che spero oltre a far ridere, crei degli spunti di riflessione:
http://percorsipoeticiabrannu.blogspot.it/2012/04/il-trota-padano-e-li-scurmi-nustrani.html
Grazie amico mio.