27 giugno 2013

ACCORINTI SINDACO DI MESSINA




Su questo blog avevamo già notato il carattere rivoluzionario del successo di Accorniti al primo turno delle recenti elezioni comunali con questo post  http://cesim-marineo.blogspot.it/2013/06/rivoluzione-messina.html
Vogliamo tornarci oggi con un pezzo preso da http://www.nazioneindiana.com/2013/06/27/messina-vs-roma/



ANTONIO SPARZANI  -  MESSINA VS ROMA






Mentre a Roma nel palazzo del potere simbolico, il Colle con la “c” maiuscola, il presidente che rappresenta l’unità e il prestigio della nazione riceve per sua scelta un signore che è appena stato condannato da un tribunale della repubblica a sette anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per concussione con costrizione e sfruttamento della prostituzione, a Messina, pare a me, si respira un’altra aria.
Vince inaspettatamente il ballottaggio per la poltrona di sindaco Renato Accorinti, anarchico no-ponte, esponente della lista civica “Cambiamo Messina dal basso”. Come primo gesto rimuove la porta centrale a vetri del palazzo comunale, palazzo Zanca, con il supporto del personale comunale del pronto intervento, per consentire ai cittadini il libero ingresso senza doversi dotare di badge come avvenuto fino ad ora. Arriva in comune con la maglietta arancione del “no ponte” e dichiara «Adesso comincia una nuova storia, quartiere per quartiere. Si tratta di una vittoria di tutti. Qui non ci sono un sindaco e otto assessori ma una città che vuole cambiare in profondità. Ci ho sempre creduto anche se sembrava una sfida impari. E il primo passo verso il cambiamento sarà abbattere ogni muro che separa Palazzo Zanca dai cittadini».
Copio queste notizie dal Sole 24ore:
« Accorinti ha 59 anni, è un attivista della difesa dei diritti civili, dell’ambiente e della lotta alla mafia, tra i fondatori del movimento No ponte, docente e tecnico della Federazione italiana di Atletica leggera. Sin dalla fine degli anni settanta si impone come pacifista e fonda insieme ad altri, il Movimento non violento messinese e il Comitato messinese per la pace e il disarmo.
È sua la lettera aperta con cui propone di esporre nel centro di Messina uno dei simboli più forti dello stragismo mafioso: i resti dell’automobile degli agenti della scorta di Giovanni Falcone, distrutta dopo la strage di Capaci. Ai sindaci che si sono succeduti ha proposto più volte di intitolare la piscina comunale a Graziella Campagna, la sedicenne messinese uccisa dai boss mafiosi della Sicilia orientale perché aveva assistito involontariamente all’esecuzione di un killer. Sono moltissime le sfide che Accorinti ha lanciato alle amministrazioni cittadine.
La lotta contro il ponte sullo Stretto di Messina lo ha contraddistinto per anni: si è arrampicato sul pilone di Torre Faro per un giorno e una notte attirando l’attenzione dei media. Per promuovere le aree di verde pubblico, Accorinti, ha lanciato la campagna “la natura ci salverà” cercando di riconvertire le aree militari in disuso mentre in segno di protesta per il passaggio dei tir in città è stato protagonista di uno sciopero della fame durato una settimana. Per queste ragioni, oggi una folla enorme festeggia il neo sindaco.»

Io non lo so se Renato Accorinti vincerà, dopo avere vinto il ballottaggio contro il candidato del partito democratico, la sua battaglia vera, quella cioè di provare a cambiare le cose a Messina a favore di coloro che comunque non sono favoriti sotto nessun regime.
Ma vorrei per un attimo dargli fiducia.
Augurandogli di non percorrere una strada simile a quella di chi, dopo una lunga militanza nel Partito Comunista Italiano, ancorché sempre in una cauta area riformista guardinga e attenta alle esigenze del potere, è finito ad organizzare attivamente la collaborazione di classe più scoperta, ricevendo nei suoi palazzi personaggi irricevibili.


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