16 giugno 2013

HILLMAN E IL PENSIERO DEL CUORE




Questa sera mi piace condividere un documento pubblicato da una carissima amica sul blog http://pensieroerealta.blogspot.it/2013/06/l-anima-mundi-in-james-hillman.html



Ringrazio Pia per la segnalazione del video che segue e per  il dono graditissimo dell'opera di James Hillman"L'anima del mondo e il pensiero del cuore". Un universo concettuale e spirituale che si offre a scoperte sorprendenti eppure così vere, presenti, radicali- archetipiche per l'appunto- da ricordare sentieri tante volte attraversati e vissuti con intensità assoluta, anche se mai narrata o portata a parola. 


"Voglio proporre una visione che prevale in numerose culture - chiamate primitive e animistiche dagli antropologici culturali occidentali - e per un breve momento tornato in auge anch e nella nostra cultura - attraverso Firenze e Marsilio Ficino. Mi riferisco all'anima del mondo quale è presentata dal platonismo, e cioè, semplicemente, il mondo che è pervaso di anima... Immaginiamo l'anima mundi non al di sopra del mondo, come se lo circondasse quale divina e remota emanazione dello spirito, mondo di potenze, di archetipi e di principi che trascendono le cose e neppure come insita nel mondo materiale, quale suo vivente principio panpsichico. Immaginiamo piuttosto l'anima mundicome quella particolare scintilla di anima, quell'immagine seminale, che si offre attraverso ogni singola cosa nella sua forma visibile... Non vi sto dunque chiedendo di soffermarvi su qualcosa di completamente nuovo e radicale, ma su qualcosa che è sostenuto in modi diversi da Platone, dagli Stoici, da Plotino, e dai mistici ebraici e cristiani, qualcosa che si manifesta magnificamente nella psicologia rinascimentale di Marsilio Ficino e anche di Swedenborg e che trova la sua esaltazione nella mistica mariana, nella devozione sofianica, nella Shekinah. Alcuni dei concetti di questa visione li ritroviamo nei romantici tedeschi e inglesi, e nei trascendentalisti americani, come pure in filosofi panpsichisti di varie tendenze, da Leibnitz, Peirce, Schiller, Whithead, fi no a Hartshorne. L'anima del mondo ritorna anche nella posizione pluralistica di William James attraverso il suo interesse per Fechner, e il suo occuparsi di ciò che è particolare, personale, o della singolarità degli eventi più che di astratte totalità. L' anima mundi ricompare in altre forme, come il "collettivo" in Jung, come il carattere fisiognomico della psicologia gestaltica di Kofka e Kohler, nella fenomenologia di Merleau-Ponty, di Van den Berg, nella poetica della materia e dello spazio di Bachelar d, e perfino in Roland Barthes, e naturalmente, di quando in quando, nei grandi poeti e tra quelli di questo secolo, in particolare in Yeats, in Rilke e in Wallace Stevens....Quando per esempio mi si chiede: "come è stata la corsa in autobus" io rispondo: "penosa, terribile, disastrosa !"… Ma queste parole descrivono me, i miei sentimenti, la mia esperienza, non la corsa dell'autobus, che magari era piena di scossoni e di brusche sterzate, affollata, satura di vapore, malsana, con lunghe fermate. Anche se io ho fatto attenzione all'autobus e al viaggio il mio linguaggio ha trasferito questa attenzione in nozioni che riguardano me. L'Io ha fatto scomparire l'autobus e la mia conoscenza del mondo esterno è diventata un resoconto soggettivo dei mie sentimenti".

James Hillman




 Silvia Ronchey intervista James Hillman







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