Questa estate, mentre mi trovavo in vacanza, un mio carissimo amico, Ezio Spataro, ha scritto uno dei suoi pezzi più belli di "cuntastorie" che, pur facendo riferimento ad un caso giudiziario specifico ancora aperto, offre diversi spunti di riflessione sui rapporti stretti che continuano ad esserci tra mondo degli affari e politica.
PS: il testo di Ezio, per alcune espressioni cifrate che contiene, avrebbe bisogno di qualche commento. Sono convinto, comunque, che i marinesi che non hanno perduto la memoria lo comprenderanno egualmente.
I manovali degli anni ottanta
I
manovali degli anni ottanta
vivevano
alla giornata
... un pò a muzzo
tra un
lavoretto di campagna
e una
mano di calcestruzzo
Votavano
l'Ignazio Regionale
uomo
dalle chimere stradali
appoggiavano il "frii e mancia"
così
quando c'erano gli appalti
si riempivano la pancia
ingranavano
la marcia degli affari
il meccanismo virtuoso
del
"mancia e fa manciari"
I
manovali degli anni ottanta
lavoravano
a giornata
coi loro
martelli percussivi
erano
la speranza di tutti gli abusivi
non
gurdavano il cemento
se era buono... se era ottimo
imparavano
che nella vita
è meglio lavorare
a cottimo
Dopo le
notti
sotto le lenzuola
di giorno
si cimentavano
in colpi
di cazzuola
nel
loro futuro brillava
una
stella
che a
guardarla bene
era una caldarella
le loro
mani callose e fiere
incarnavano
il rumore delle bitumiere
la loro
pelle scura e corvina
era tutta
punteggiata di quacina
forti e
tenaci nel pruvulazzo
ergevano
i pilastri
che
reggevano il palazzo
Poi a un
tiro di schioppo
dal
casale dell'Emiro
fu eretta la
fabbrica di San Ciro
e sotto lo sguardo
del santo
Alessandrino
per sua
natura
anarghiro
e poverino
si moltiplicarono pecunie e ori
che fecero dei manovali
i nuovi signori.
(Ezio Spataro - luglio 2015)
che fecero dei manovali
i nuovi signori.
(Ezio Spataro - luglio 2015)
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