16 settembre 2015

GLI SPRECHI DELLA REGIONE SICILIANA



L'articolo del Corsera mi fa tornare alla mente un vecchio libro di Danilo Dolci (SPRECO) che, a quanto pare, è sempre attuale:


Sergio Rizzo

Il folle numero di manager della regione siciliana

Non sappiamo che cosa faccia più impressione: se il numero dei dirigenti del dipartimento Beni culturali della Regione siciliana pagati oggi per far niente, pari a 31, oppure il fatto che un plotone così nutrito di sfortunati manager senza incarico non rappresenti che l’11% del totale dei dirigenti di quel dipartimento. I quali sono, uno più uno meno, 280. Dal che si deduce che un solo dipartimento della Regione siciliana ha più dirigenti di quelli dell’intera Regione Lombardia (225) e della Regione Marche (58) sommati insieme.

Ma questo rapporto dà anche la dimensione della follia che ha caratterizzato per decenni la spesa pubblica in Sicilia. E con cui adesso i contribuenti non soltanto isolani devono fare i conti. Antonio Fraschilla ha raccontato su Repubblica che il giro di vite agli uffici regionali ha avuto come conseguenza il fatto di privare della funzione ben 76 dirigenti in tutti i dipartimenti, quanti sono tutti quelli della Regione Umbria. Privati della funzione significa destinati a incarichi di studi e ricerche: ma non, beninteso, privati dello stipendio. Che continua a correre indisturbato.

Il bello è, ricorda Fraschilla, che mentre il dipartimento dei Beni culturali non ha il becco di un quattrino per mandare avanti i musei siciliani, non può fare a meno di retribuire i dirigenti senza incarico. Per una semplice quanto oggi anacronistica regola, e cioè che a differenza di quelli privati i dirigenti pubblici non si licenziano mai. Del resto, 76 manager costretti a girarsi i pollici sono appena il 4,2% dei 1.818 dirigenti della Regione siciliana censiti a fine 2013 (numero peraltro non troppo distante da quello dei 2.152 dirigenti di tutte le 15 Regioni italiane a statuto ordinario). 

E fra i quali, come segnalò il sito Internet LiveSicilia, ce n’erano pure alcuni che avevano un incarico specialissimo: dirigevano se stessi. Come l’unico dipendente del Parco archeologico di Pantelleria, il suo collega del Parco archeologico di Morgantina, e il responsabile di una periferica «Sezione operativa di assistenza tecnica» dell’assessorato all’Agricoltura. 


Il Corriere della sera – 15 settembre 2015

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