06 luglio 2017

D. PASSANTINO, Verso la legalizzazione della mafia


        
      Riprendiamo due brevi note di  Domenico Passantino su un tema che ha fatto sprecare fiumi d'inchiostro e che il nostro amico, invece, riesce a trattare con la sua consueta arguzia senza perdersi in inutili chiacchiere:

La legalizzazione della mafia

La mafia è l’animale sociale che si rinnova e si adegua ai nuovi tempi più velocemente della chiesa cattolica: un tempo appaltava e spacciava energia sporca (cocaina, eroina, etc); oggi continua pure ad asfaltare e a spacciare, ma lo fa per il bene comune: energia pulita, eolica, solare, biologica.
Ricicla anche.
Potremmo dire che è buona la mafia, ma non sarebbe una novità.
Poi c’è l’antimafia, che è pure mafia, ma lo è proprio perché non si millanta tale, per cui se c’è qualcosa che puzza di losco e di mafia ecco subito pronto il suo antidoto pronto a sostituirlo, ma non per questo meno losco e meno mafioso seppure antimafioso.
Anche la mafia è liquida, perfettamente in linea con i tempi.
Il fatto è che con la modernità mediatica si è sotto i riflettori come su un palcoscenico e per fare affari occorre l’approvazione della calca del pubblico. Dopo la legalizzaziine del capitalismo, stiamo assistendo alla legalizzazione della mafia.


*****

Buoni e cattivi, mafiosi e antimafiosi.

​La distinzione tra buoni e cattivi oltre che essere cara al cinema americano è anche molto puerile e semplicistica.
È molto comodo identificare i cattivi, metterli sul palco degli imputati, ce ne distanzia e già solo la distanza quasi basta a farci sentire con la coscienza a posto: di là ci sono loro, i cattivi. Di qua ci siamo noi, i buoni.
Di qua la messa la domenica, i confetti dei matrimoni, la strette di mano condoglianti ai funerale; di là i diversi, i capri espiatori, di là tutto quello che non è di qua.
A allora facciamo presto a infierire sulla vittima di turno, purché essa ci faccia sentire di qua, dalla parte giusta.
Bella l’espressione siciliana “carricarici a pecura a unu”, cioè accusarlo di cose che ha commesso ma anche di molte altre in cui non c’entra nulla.
Provenzano ex boss trovato in un pollaio arrangiaticcio, Provenzano contadino, Provenzano assassino, latitante condannato a 20 ergastoli, è morto.
La mafia è finita.
Era tutta lui la mafia? Tutta qui questa mafia che fa tremare perfino la pagina dei libri che ne parlano a mezza parole anch’essi?
 Chissà se qualche segretuccio se l’è portato nella tomba, u zu Binnu.
Chissà se basta additare un uomo come reo, colpevole per sgravarsi la coscienza dal peso di essere complici. Chissà se bastano le manifestazoni per non dimenticare. Chissa se basta intitolare scuole aeroporti strade alle vittime. Chissà se la vittima di mafia sono tutte morte o emigrate anche o schiave o colluse o conniventi o accomodanti o non sono proprio vittime…chissà…



Nessun commento:

Posta un commento