14 luglio 2017

FRANCO ARMINIO SOMIGLIA A PINO BATTAGLIA

ph. di abbas kiarostami


    Non sono tanti i poeti viventi che si ostinano ad andare contro corrente. Un tempo in Italia la "poesia civile" era un genere frequentato da tutti i maggiori poeti. Oggi si preferisce la letteratura oziosa d'evasione. Franco Arminio è uno dei pochi che ancora scrive versi contro il sistema di potere vigente. Il poeta lucano a me ricorda tanto il nostro compianto Pino Battaglia. Leggete queste sue due poesie che mettono il dito sulle piaghe del "bel paese" e non potrete non pensare a quanto scritto 30 anni fa dal grande poeta di Aliminusa. (fv)


AUTISMO CORALE

la rabbia per gli alberi uccisi
e per questo cielo di fumo
mentre ognuno sale e scende
dalle scale della sua vita    
mentre ognuno applaude
se stesso,
o morde le sie dita.
ho il cuore girato,
i nervi in fiamme,
mi brucia l'autismo corale
in cui siamo finiti


LA NUOVA DROGA

Per chi sale al potere
gli alberi sono cose da indiani
e così pure gli animali
e l’azzurro del cielo e il silenzio
e la luna.
Per i mercanti di potere
il mondo è una cava
e c’è solo da scavare.
Gli alberi che bruciano
sono una notizia minore,
quello che conta è spacciare
la nuova droga che oscura
il legame con gli altri, il bene comune.
La nuova droga è l’io:
ce l’hanno tutti
e bisogna mostrarlo
agli altri prima che gli altri
lo mostrino a noi.
Del grande incendio narcisista
ognuno di noi è il piromane
il fuochista.


Franco Arminio


*****
INCENDIO


   Il bosco brucia ed è peggio che bruci 
   il cuore di una città […] 
   La strada, in salita, ci porta 
   al di là del fuoco, in una radura sicura.
   La formica che una mollica porta
   s’assume l’onere della conservazione. 


L' IRA DEL PASTORE

Voi che avete distrutto i pascoli verdi
dove le epoche avevano sedimentato
il sogno, voi che avete reso minimo
l’oro delle costruzioni dei boschi,
voi che dell’infanzia del mondo
avete saputo imbastire un groviglio,
voi i destinatari del mio disprezzo.
Io, nella rocca del mondo, m’ascolto
esistere e mi rivolgo alle pietre,
alle canne, agli incantati pagliai,
e non scricchiolano le ossa dei miei cent’anni.

Giuseppe Giovanni Battaglia, da Poesie  (1994)
 
     Rimandiamo al saggio pubblicato sul numero di luglio della rivista DIALOGHI MEDITERRANEI quanti  volessero saperne di più sull'opera del poeta di Aliminusa :                        http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/giuseppe-giovanni-battaglia-un-poeta-corsaro/  
 (fv)

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