13 aprile 2021

LETTERA APERTA DELLA COMPAGNIA TEATRALE FRANCO SCALDATI

 


Buon compleanno Franco.


Franco sono passati otto anni da quando te ne sei andato e oggi da più di un anno siamo rinchiusi ognuno nella propria casa. Siamo dentro un racconto di fantascienza: strade deserte, teatri chiusi, cinema chiusi, ed è difficile e anche vietato potersi incontrare e ci si riunisce e ci si tiene a distanza o in video. Siamo sicuri che non ti saresti abituato a questa situazione: non saresti contento di non potere stare accanto ai tuoi ragazzi del laboratorio e di questo dovere stare distanti senza potere provare spettacoli da mettere in scena.

Per il resto qui le cose continuano ad essere le stesse di quando c’eri tu: chiusa l’esperienza all’Albergheria, quando siamo andati via, non avevi uno spazio e lo chiedevi e anche noi abbiamo continuato e continuiamo a chiederlo in tuo nome.

Ma lo sai che le risposte che riceviamo adesso sono diverse da quelle di prima? Adesso i funzionari dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo parlano così: “Ai Cantieri non ci sono spazi, l'atelier di Montevergini è in uso al Biondo e il Garibaldi è previsto venga assegnato a Università. Ma poi, mica possiamo dare spazi gratis!. Lo sai, forse la cosa più fastidiosa in questa risposta è quel “mica”.

T’immagini? Non ci sono spazi per il tuo teatro. Pure l’Università avrà un teatro , anzi un teatro trasformato in spazio per formare dottori-attori: il teatro Garibaldi che da teatro europeo diventerà un’aula di lezione di teatro del corso di laurea del DAMS palermitano per ragazzi che usciranno laureati in arti del teatro e diventeranno attori o meglio dottori-attori formati per andare a fare provini nelle eventuali fictions sulla mafia tutte uguali tra loro e per lo più inguardabili. Tutto molto lontano da quello che tu intendevi per attore e per teatro. A proposito lo sai che per ventiquattr’ore ce lo avevano assegnato assieme a Mimmo Cuticchio il teatro Garibaldi?

Non sappiamo se hai sentito al tuo funerale l’allora assessore alla cultura che diceva che Palermo aveva un debito con te, e il Sindaco che ti ha salutato come genio della città, te lo ricordi?

Non ti hanno intitolato una sala, né una strada, né istituito un premio in nome tuo, ma di queste cose, conoscendoti, te ne saresti fottuto, e saresti andato avanti per la tua strada.

Te l’avevamo detto che i tuoi scritti sono volati a Venezia e sono conservati lì?

Pensiamo saresti contento di vederli lì sistemati in una stanza luminosa che si affaccia sulla bella isola di San Giorgio e che siano in buona compagnia del grande Paolo Poli, di Eleonora Duse, di Aurel Millos, piuttosto che in qualche umido e buio magazzino a Palermo. Abbiamo provato a tenerli qui a Palermo e non ci siamo riusciti.

Ci manchi tanto caro Franco e manchi molto a questa città. Manca il tuo teatro, il tuo modo di raccontare quella umanità profondamente umana nella sua grazia, o nella sua felice o dolorosa esistenza.

Noi siamo ancora qua, non siamo tutti: alcuni hanno preso altre strade come è giusto che fosse, ma quelli rimasti abbiamo continuato a credere che il tuo teatro, oggi più che mai, sia necessario e che possa, in qualche modo, essere la cura a questa pandemia sanitaria e mentale che sta dilagando.


13 Aprile 2021

La Compagnia di Franco Scaldati






Nessun commento:

Posta un commento