Per un bicchiere di acqua
Campobello di Mazara – Campubeḍḍu in siciliano – è un comune italiano di 11 471 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia. Luogo da un passato importante, come molti siti in Sicilia, dove si svolse la battaglia tra Segesta e Selinunte e dove, presso le Cave di Cusa, vennero estratte le colonne che sarebbero servite alla costruzione dei templi della vicina Selinunte. Oggi Campobello è però noto per la sua produzione agricola di un prodotto d’eccezione, le olive di Nocellara del Belice, nelle tipologie verde o nera, da cui viene anche estratto un olio pregiatissimo e molto ricercato dagli intenditori di tutto il mondo. Una produzione dop il cui disciplinare prevede la raccolta a mano.
In origine era un’attività gestita in piccolo, a conduzione familiare, poi man mano sono arrivati i tunisini e dagli anni Duemila i subsahariani, in particolare dal Senegal. Una produzione agricola di eccezione che oggi si regge sul lavoro di migranti che durante la stagione arrivano in massa fino a toccare le 1.500 presenze. Lavorano per lo più per piccoli produttori che cedono le olive ad intermediari che le immettono nella grande distribuzione, che assorbe l’80 per cento della produzione. La paga dovrebbe essere da contratto 51 euro a giornata ma invece si lavora a cottimo: dalle 3 alle 4 euro a cassetta per dieci ore di lavoro, dalle 7 alle 17.
Quando finisce la stagione delle olive, inizia quella degli agrumi e poi degli ortaggi. Un turn over di persone che effettuano una “transumanza” a seconda delle esigenze agricole e di mercato. Di buon mattino si fanno trovare in vari punti della cittadina dove i padroni passano, scelgono i loro operai e li caricano.
Questi lavoratori non sono mai stati considerati alla stregua degli altri ed ancora oggi la maggior parte di loro vive confinata in un vero e proprio ghetto, chiamato (“ex-Calcestruzzi”), che rimane nascosto alla vista della cittadinanza locale. Il ghetto viene considerato illegale dalle autorità, nonostante permetta a settecento lavoratori all’anno di trovare un riparo e di poter in qualche modo riposare. Nel ghetto non c’è acqua, né elettricità; le persone sono prive di assistenza sanitaria, è impossibile garantire le più elementari norme d’igiene per la salute e la sicurezza. Nel 2013, Ousman, un giovane di ventisei anni, è morto ustionato in seguito a un incendio causato dal suo fornelletto da campeggio, dopo due settimane di agonia presso l’ospedale Civico di Palermo.
Oggi, con la pandemia che stiamo attraversando, questi lavoratori stanno vivendo una condizione di estrema vulnerabilità, ogni misura di igiene, di distanziamento e di protezione è praticamene impossibile. Eppure, l’agricoltura di quelle zone si regge proprio grazie a loro e al loro lavoro.
Accoglienza Controvento è un’associazione che si batte per il rispetto dei diritti di tutti, e in particolare dei più vulnerabili. Affianca le lotte dei tanti che operano concretamente per ristabilire i diritti alla dignità del lavoro e della vita nei ghetti dei braccianti e ha recentemente lanciato un appello:
Riaffermiamo con forza che l’acqua è un bene comune e un diritto fondamentale per la vita, che deve essere pubblica e gratis per tutti. Al ghetto di Campobello però l’ acqua non c’è. Per questo vogliamo anche noi, insieme a tutti quelli che si battono per i diritti nel ghetto, portare l’acqua ora, subito, a queste persone che non ce l’hanno e ne hanno bisogno per vivere e lavorare. Continuiamo a chiedere pertanto: questione abitativa, censimento degli immobili inutilizzati- Istituzione del registro anagrafico per le persone senza fissa dimora. Installazione e manutenzione presidio igienico. Intensificazione raccolta rifiuti.
Si può sostenere il Crowdfunding per portare l’acqua al ghetto e sostenere l’autorganizzazione dei lavoratori della Casa del Mutuo Soccorso-Fuori Mercato. Questo è un appello per un aiuto molto concreto, qualche euro per un bicchiere di acqua. Nel ghetto di Campobello di Mazara, le persone lavorano nella stagione estiva ed autunnale con temperature molto alte, senza la possibilità di avere a disposizione l’acqua corrente per bere e lavarsi. 8 mila litri di acqua costano 80,00 euro più Iva. Dipende dal numero di persone che si trovano al ghetto, a volte raggiungono anche le 1200-1400 presenze, questa provvista basta a mala pena 24-48 ore. Purtroppo la mancanza dell’acqua è una condizione comune ad altri ghetti rurali nel resto d’Italia. Dobbiamo portare l’acqua ai lavoratori di Campobello, ma anche a tutte le persone che vivono e lavorano in altri luoghi ugualmente infernali, da San Ferdinando in Calabria a Cassibile/Siracusa, dove centinaia e centinaia di migranti si concentrano nella stagione delle raccolte per far arrivare sulla nostra tavola frutta e ortaggi. Vi chiediamo un piccolo aiuto da versare a:
Fuorimercato
per la salvaguardia dell’ecosistema e per la sovranità alimentare
Iban Causale: IT79D0838633910000000470387 Causale Accoglienza Controvento Campobello
L’associazione Accoglienza Controvento sarà al fianco dei comitati spontanei e delle associazioni e cooperative che da anni si mobilitano per il progetto “Portiamo l’acqua al ghetto di Campobello di Mazara” (Casa del Mutuo Soccorso – ContadinAzioni Fuorimercato).
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