"Nessuno della sua generazione, è poeta più vero; e tutti gli avanguardisti, autentici o presunti, non hanno un grammo del suo dono, dei suoi talenti, e neppure della sua tecnica; gli restano inferiori anche sul piano critico, e di uomini di cultura. Inoltre, ha contestato e contesta, ben prima di loro, con meno calcoli, con più sfide. Senza carrierismi; Pasolini pur arrivato e trionfante, e come se, ogni volta, cominciasse da capo; perciò, nessuno come lui, passionalmente ma criticamente è sempre pronto ad un discorso da lontano, antico ma tempestivo, odierno ma sradicato, e soprattutto è il solo ad essere capace di scatenare e di sostenere il discorso perpetuo, anch’esso critico ma non una sola volta negativo, della poesia. La sua forza anche sul pubblico, è questa fede innata sull’atto della poesia: “nel fondo di me resta, solido come un quarzo, un senso di venerazione per la poesia”. Il poeta vero - è Pasolini lo è, come pochissimi - crede alla poesia, non per opporla alla vita, ma per accompagnarla alle sue giornate disperate, e redimerle quanto più, vivendole, non lasciandole grettamente morire in una quotidiana dissipazione di valori.
E da poeta vero, anche se in veste di giornalista, parlerà da oggi ai nostri lettori, che impareranno a conoscerlo, fuori d’ogni leggenda, nella sua inesorabile, e pur così pietosa, trepidità ed intrepidità di vita."
Giancarlo Vigorelli. "Pier Paolo Pasolini inizia il suo incontro settimanale con i lettori di Tempo” su “Tempo” n.32, agosto 1968, pp. 18-19.
Pier Paolo Pasolini nella sua casa di Via Eufrate 9, Roma © Immagini appartenenti alla pubblicazione originale du "Tempo" (1968)
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