17 gennaio 2013

Martinica isola per poeti e pittori








Sopra potete ammirare alcuni particolari di tele dipinte dal geniale Paul Gauguin nell’isola di Martinica. Grazie a Filomena Shedir Di Paola  sono venuto a conoscere la descrizione di una queste  tele fatta  dallo stesso Gauguin:

"una tela di 130 per un metro, che credo ancora migliore di quanto abbia fatto finora: una regina nuda, sdraiata su un tappeto verde, una serva coglie dei frutti, due vecchi, accanto al grosso albero, discutono sull'albero della scienza; fondo di spiaggia; questo leggero schizzo tremolante ve ne darà solo una vaga idea. Credo di non aver mai fatto con i colori una cosa di tanto grave sonorità. Gli alberi sono in fiore, il cane fa la guardia, le due colombe a destra tubano. A che pro inviare questa tela, se ce ne sono tante altre che non si vendono e fanno urlare? Questa farà urlare ancora di più. Sono dunque condannato a morire di buona volontà per non morire di fame "

Sul soggiorno nell’isola di questo e di altri artisti e letterati è stato pubblicato di recente un libro recensito, qualche mese fa, da Paolo Mauri che riproponiamo:

Paolo Mauri - Viaggi in Martinica isola letteraria


Ci aveva già pensato Georges Simenon con il suo Turisti da banane a smitizzare gli Eden tropicali sognati dagli europei. Il romanzo è della metà degli anni Trenta e si svolge a Tahiti dove i residenti hanno coniato l' espressione usata nel titolo, turisti da banane, per definire gli ingenui che arrivano sperando di vivere in mezzo alla natura e di nutrirsi cogliendo i frutti dagli alberi... Anche Paul Gauguin sperimentò sulla propria pelle la difficoltà di vivere con niente immerso in paesaggi dai colori meravigliosi. Nel 1887 aveva lasciato Parigi e dopo una sosta a Panama, dove fu costretto per mantenersi a lavorare come operaio allo scavo del canale, arrivò in Martinica. E' un Paradiso, scrisse alla moglie, lasciata a Parigi con i cinque figli, "con un po' di soldi ci sarebbe da essere felici". Ma soldi, lui e Laval che lo accompagnava, non ne avevano e la vita, anche contentandosi di abitare in una capanna (una "case à nègre") non era per niente facile.

Ambrogio Borsani, scrittore di viaggi e bibliofilo, ha visitato la Martinica recuperando per l' occasione le storie dei tanti che lì sono approdati e ne ha tratto un libro sapiente e malinconico, Martinica incantatrice di poeti che dà conto del viaggio suo e di quelli altrui, a cominciare da quello che fecero i passeggeri del piroscafo Capitaine Paul-Lemerle nel marzo del 1941. Porto di partenza Marsiglia, porto di destinazione Fortde-France, Martinica. Su quella nave, racconta Borsani, si erano imbarcati André Breton, Claude Lévi-Strauss, Victor Serge, Anna Seghers, Wilfredo Lam. Breton, padre del Surrealismo, era il più noto del gruppo e lo sapeva bene. Lévi-Strauss aveva già fatto viaggi in Brasile ma non aveva ancora pubblicato un libro. In fuga dalla Francia nazista di Pétain i passeggeri erano trattati come prigionieri. La nave, scriverà più tardi Victor Serge, "era come un campo di concentramento galleggiante", tuttavia per ebrei e dissidenti politici rappresentava una via di scampo. Lévi-Strauss e Breton discutevano tra loro e Breton, racconterà poi l' autore di Tristi tropici, aveva un atteggiamento sussiegoso.
  

         
Quando finalmente arrivarono alla Martinica in molti (ma non Lévi-Strauss che già durante il viaggio aveva ricevuto un trattamento di favore) furono rinchiusi in un lazzaretto. La Martinica era a tutti gli effetti una regione della Francia e lo era dunque anche politicamente: il clima e la vegetazione ne facevano un paradiso, ma anche stavolta era un paradiso solo in apparenza. Ognuno dei passeggeri che abbiamo nominato trovò comunque la sua strada. LéviStrauss andò a Portorico e poi in America ad insegnare. Una volta libero di girare per l' isola, Breton, che viaggiava con la moglie e la figlia, fece una sorprendente scoperta entrando in una merceria alla ricerca di un nastro. Adocchiò una rivista letteraria che era sul bancone, lesse alcuni versi particolarmente interessanti e chiese di chi erano. Venne così a sapere del poeta nero Aimé Césaire, che presto potè incontrare e che aiutò a conquistare una fama internazionale. Césaire divenne in seguito sindaco della sua città martinicana e deputato al Parlamento francese, cariche che conservò praticamente per tutta la vita (è morto nel 2008). "Attendo ai confini del mondo i viaggiatori che non verranno" dice un suo verso. Césaire, che tra l' altro insegnava, ebbe come alunno Frantz Fanon, l' autore dei Dannati della terra, un atto d' accusa contro il colonialismo, che piacque molto a Sartre e a diversi leader rivoluzionari. Scrivevo prima che il libro di Borsani è sapiente e anche un po' malinconico.

Dei viaggiatori che hanno toccato quest' isola restano poche tracce e in molti casi nessuna. A Gauguin hanno dedicato un museo di copie dei suoi quadri, come nelle altre isole in cui andò a dipingere. Una catastrofe naturale, dovuta all' eruzione del Mont Pelèe del 1902, ha distrutto la città di Saint Pierre uccidendo 30.000 abitanti. Si salvò per paradosso solo Louis Cyparis che era rinchiuso in carcere, in una cella coi muri spessi. Ingaggiato da Barnum, diventò un numero da circo, raccontando agli spettatori la sua incredibile fortuna. Martinicana era anche, guardando al passato, la moglie di Nap o l e o n e , G i u s e p p i n a Beauharnais, figlia di possidenti terrieri. Gli antillani non la amano, al punto che una statua che la ritrae, voluta da Napoleone III, è stata ghigliottinata nottetempo nel 1991. Tutti sono sicuri che sia stata lei a far ripristinare dal marito la schiavitù nelle Antille, a dimostrazione che la storia può anche camminare all' indietro.

Borsani racconta molte altre storie sulla Martinica: recuperate dai libri o ascoltate sul posto da vecchi sapienti. Ne riporto ancora una: qui venne a morire Emanuele Ortese, fratello della scrittrice Anna Maria. Faceva il marinaio e cadde da venticinque metri di altezza. Per quanto abbia girato e cercato, Borsani non è riuscito a trovare tracce della sua tomba se mai ne ha avuta una per sé.

(Da: La repubblica del 15 settembre 2012)




1 commento:

  1. Sono militante incallita nella lotta contro lo squallore! : )) Grazie a te per aver apprezzato.
    SHEDIR

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