«Il volume di Aldo
Bondi […] è di quelli che richiedono al lettore un lungo studio e un grande
amore, che è la dedita adesione nella formulazione dantesca. La quale, nel caso
di una ricerca come la presente, ben si può applicare a un lavoro che prima di approdare
alla stampa ha preteso anni di ricerche e di stesure, dovendosi misurare con
opere di grande mole e altrettale estensione, spartendosi equamente sul
versante di due culture, italiana e tedesca, e di due biografie, affini e
remote. […] Biografie di due esemplari prigionieri-martiri, analizzate nel
corso di una specialissima esperienza la quale, in entrambi i casi esaminati e
profondamente storicizzati, non riesce, come si potrebbe pensare, a essere solo
distruttiva: il carcere. […] Le due figure prime sono un teologo luterano e
pastore, Dietrich Bonhoeffer, che aveva definito Hitler l’Anticristo, in una
contrapposizione apocalittica fra il bene sacro e la demonialità totalitaria.
L’altro era uno dei capi del movimento operaio italiano, il più colto e il meno
demagogico mai espresso dalla tradizione del socialismo italiano, rigoroso
quanto innovatore teorico del marxismo, Antonio Gramsci. […] Sconfitti che non
sono dei vinti. […] Intatte la libertà interiore, e la lucidità di mente, la
prigione, e in essa l’isolamento, diventavano un altro spazio, idoneo al
combattimento, ancora abilitato alla lotta politica, da sfruttare per nuove
strategie. […] Il libro è la storia meticolosa articolata appassionata di
quella resistenza nel cervello e nell’anima. […] Resistenza morale, resistenza
intellettuale che produsse frutti für ewig. […] Questo l’umanesimo integrale
che si squaderna in ogni istante di queste vite prigioniere, e le rende non
solo educative ma potentemente terapeutiche. »
(dalla Nota di
Postfazione di Marino Biondi)
Nessun commento:
Posta un commento