12 agosto 2023

MICHELA MURGIA NON MI ERA SIMPATICA...

 



QUEL CHE DOBBIAMO A MICHELA MURGIA


No, non mi era simpatica Michela Murgia con quest’aria da “io so tutto”, con questa assoluta superiorità intellettuale. Ma evidentemente bisognava conoscerla di persona, apprezzarne le doti in un dialogo, in una conversazione. Non può che essere così, per chi è capace - come lei - di accompagnarsi verso la morte, senza smettere di lavorare, di pensare, di difendere i meno fortunati. Mi ricorda la morte di Mariangela Melato, che ha continuato a recitare fino alla fine, a divertire il pubblico anche quando sapeva che sarebbe potuta morire da un momento all’altro. Morte privata quella di Mariangela, morte in pubblico quella di Michela. Ma tutte e due capaci di offrire la propria intelligenza, i propri studi, la propria vita al nostro Paese.

Michela Murgia era sarda, veniva da una realtà forte, che ha amato, ma non se n’è lasciata condizionare. Di più ha amato il mondo. I vari centri del sapere, la capacità direi giornalistica di capire subito il valore di una notizia e svilupparla in un articolo, magari in un libro. Il termine scrittrice le sta stretto: era una donna che formulava l’idea in diversi linguaggi. Ed ha ampliato il linguaggio della morte, senza perdere il sorriso, senza cambiare il suo carattere che poteva renderla antipatica. L’Italia dovrebbe far tesoro di questa donna non comune, che ci ha letteralmente scioccati con le sue molteplici attività ed è morta troppo presto. Bisogna dire che l’inizio è deludente. Il ministro della cultura ha commentato: ”Si è battuta per le sue idee con le parole e con la scrittura.” Sintetico. Ma le sue idee, ministro, sono idee di un popolo che vuole più diritti, più libertà, più giustizia, in un’Italia governata dall’indifferenza.

Attilio Gatto


Nessun commento:

Posta un commento