16 dicembre 2023

DA TONI NEGRI ABBIAMO ANCORA TANTO DA APPRENDERE 1 e 2

 



"Quella galera ha devastato la vita di compagni carissimi, e spesso delle loro famiglie. Ho novant'anni e mi sono salvato. Non mi rende più sereno di fronte a quel dramma [ ].
Sono più un militante che un filosofo [ ].
Da quando ero giovane mi hanno sempre deriso perché usavo la parola amore. Mi prendevano per un poeta o per un illuso. Di contro, ho sempre pensato che l'amore era una passione fondamentale che tiene in piedi il genere umano. Può diventare un'arma per vivere. Vengo da una famiglia che è stata miserabile durante la guerra e mi hanno insegnato un affetto che mi fa vivere ancora oggi. Francesco [d'Assisi] è in fondo un borghese che vive in un periodo in cui coglie la possibilità di trasformare la borghesia stessa e di fare un mondo in cui la gente si ama e ama il vivente. Il richiamo a lui è come il richiamo ai Ciompi di Machiavelli. Francesco è l'amore contro la proprietà: esattamente quello che avremmo potuto fare negli anni Settanta, rovesciando quello sviluppo e creando un nuovo modo di produrre."

Brani tratti da una delle sue ultime interviste (il manifesto, Alias, 5 agosto 2023).

Toni Negri in tutta la sua genialità e in tutte le sue contraddizioni. Questo Paese temo abbia dimenticato da tempo non solo il francescanesimo, ma anche il terribile conflitto sociale degli anni '60/'70, che ha portato alla pax dei vincitori che oggi dispiega tutti i suoi effetti.
Sapete, la cosa che più mi impressiona in quella intervista è leggerlo mentre parla di 'amore': categoria a- o prepolitica, si sarebbe detto un tempo (non senza fondamento). Eppure nella sua analisi diventa qualcosa di potente, l'additare il fine di ogni pensiero realmente antagonista. C'è chi negli ultimi anni ha fatto il verso anche a questo vocabolario e a queste istanze, parlando di 'partito dell'amore' contro quello 'dell'odio'. Non c'è che dire: tutti i sogni dell'umano si realizzano con la maschera più grottesca che il potere riesce a trovare.
Arrivederci, maestro. Forse nessuno, adesso, ti chiamerà più 'cattivo'.

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