Ancora ai tempi del famoso miracolo economico Palermo restava una città prevalentemente contadina. Molti suoi figli erano infatti costretti ad “industriarsi” per non morire letteralmente di fame! Tra i cosiddetti industriali ( di cui parla Danilo Dolci nella sua Inchiesta a Palermo) c'erano i tenutari e gestori di strummulicchia, per la cui magrezza potevano fare réclame allo scheletro.
Per chi non lo sapesse, la strummulicchia in italiano si chiama girlo [forse dal latino volg. gyrulus, dim. di gyrus, giro]. Si tratta di una piccola trottola usata in vari giochi d'azzardo, il cui corpo presenta sei facce numerate, parallele all'asse; il numero che risulta rivolto verso l'alto nel momento in cui si esaurisce il movimento rotatorio determina vincite e perdite, a seconda da dove avevano puntato i giocatori. Il girlo era già conosciuto in epoca romana e medievale in forme sostanzialmente analoghe all'attuale, anche se variarono nel tempo il numero delle sue facce e i loro contrassegni (numeri o lettere).
"A strummulicchia a Palermo", foto Scafidi 1960
Nessun commento:
Posta un commento