“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
18 aprile 2025
GIOVANNI GENTILE OGGI
Giovanni Gentile, di cui nessuno disconosce il valore come studioso e filosofo, fu sempre un sostenitore fervente della dittatura fascista, dalla quale venne regolarmente ricompensato con alti incarichi. La sostenne anche nella fase sanguinaria del governo di Mussolini a Salò, un regime-fantoccio di Hitler (è peraltro noto il discorso del marzo 1944 in cui Gentile elogiò il Führer) che si distinse per l'attiva collaborazione assicurata dai repubblichini ai nazisti nella caccia all'uomo contro i partigiani e nell'organizzazione di eccidi e deportazioni nei campi di sterminio. Che il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, a dieci giorni dal 25 Aprile, additi Gentile come un simbolo di pacificazione da onorare con l'intitolazione di uno spazio pubblico, è un fatto grave che deforma la storia di questo Paese e ferisce l'anima profondamente antifascista e democratica della città di Firenze. Se è una provocazione, è una provocazione di cattivo gusto. Per usare il linguaggio del Ministro, è una provocazione "neoprimitiva". La destra post-missina o non fa i conti con la storia d'Italia; o, se li fa, li sbaglia.
DARIO PARRINI
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