05 giugno 2012

Non si mente invano...




     Albert Camus, oltre ad essere stato un grande scrittore, è stato un protagonista della Resistenza francese al nazifascismo. Nel suo giornale Combat, nel marzo 1944, scrisse:

       Non si mente mai invano. La menzogna più impudente, purchè venga ripetuta abbastanza spesso e abbastanza a lungo, lascia sempre una traccia. Si tratta di un principio acquisito della propaganda […].
         Tuttavia, se è vero che la menzogna, riprodotta in milioni di esemplari, consente di preservare qualche potere, è altrettanto vero che basta dire la verità perché la menzogna stessa si sgonfi.” 

 (A. Camus, Questa lotta vi riguarda. Corrispondenze per Combat 1944-1947, Bompiani, 2010, pp.87-88)
         

3 commenti:

  1. La menzogna nasce spesso nella buonafede, secondo Camus, ma non per questo è meno paradossale.Scrive nella Peste: "Quando scoppia una guerra, la gente dice: -Non durerà, è cosa troppo stupida-. E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare".
    Recuperare il pensiero di Sartre e Camus diventa oggi quasi una praxis civile. All'esistenzialismo umanistico votato all'impegno e alla responsabilità dell'azione umana di Sartre(siamo tutti responsabili anche quando non scegliamo nulla, lo siamo qui per non avere scelto)con il solenne enunciato "L'uomo è ciò che HA da essere", Camus affianca (seppure nei contrasti con l'amico sulle scelte politiche da seguire)l'idea della rivolta.Di contro all’insensatezza della realtà, l’uomo deve aver il coraggio di reagire, levando il suo grido di protesta, facendo valere la sua prospettiva donatrice di senso, un senso che, pur non assoluto, fa aumentare il valore e la dignità della sua rivolta: solo ribellandosi, l’esistenza può acquistare un significato.

    Fine dell'acquiescenza, inizio dell'esistenza.

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  2. Cara Grazia,
    devi sapere che Albert Camus è stato e rimane uno dei miei autori preferiti. Non avevo ancora 18 anni e avevo letto tutti i suoi libri tradotti in lingua italiana. Peraltro, dopo la rottura con Sartre ( a seguito della pubblicazione de L'uomo in rivolta), io stavo dalla parte di Camus.
    Ti consiglio di vedere, se non l'hai ancora fatto, il bellissimo film che Amelio ha tratto da "Il primo Uomo".

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    1. Ho perso il film quando potevo andare a vederlo ma mi sono ripromessa di "acciuffarlo" prima o poi. Ho ritrovato un po' di Camus in "Cecità" di Saramago, un dramma aperto sulle nostre relazioni con gli altri. Credo che questo rimanga l'eterno problema dell'essenza umana, l'essere-per-altri, l'essere-con-gli-altri.

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