01 febbraio 2021

LEONARDO SCIASCIA, STEFANO VILARDO E LA CASA EDITRICE SELLERIO 1 e 2

 


Presentazione dell'ultimo racconto di Stefano Vilardo a Marsala nel 2017


foto di Milocca-Milena libera: Elvira Sellerio con il marito Enzo, Leonardo Sciascia, Antonino Buttitta e Vincenzo Tusa


Stefano Vilardo e Leonardo Sciascia


                                             Stefano Vilardo al centro tra me e Santo ad Alpe Cucco nel 2004


In una lettera indirizzata da Palermo il 31 gennaio 1987 allo scrittore e critico francese René Etiemble (1909-2002), Leonardo Sciascia racconta con dispiacere la fine del rapporto con la casa editrice Sellerio.

Il carteggio Sciascia-Etiemble è conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi e alcune lettere sono pubblicate sulla rivista “Todomodo” V 2015 (Olschki editore) a cura di Alessandro La Monica, docente dell’Università di Siena e dell’Università della Sorbona di Parigi, che ha ricevuto l’autorizzazione dagli eredi.


"E confusi sono stati per me gli ultimi mesi: [...] per le tante cose da fare, per i dispiaceri che ho avuto. Tra i quali dispiaceri c’è stato anche quello di veder pubblicata la traduzione italiana del Suo libro senza che l’editore Sellerio me ne avvertisse e mi chiedesse di rivedere le bozze e di scrivere – cosa che ho fatto per quasi tutti i libri della Sellerio – la presentazione editoriale". Un’incomprensione che confermò Sciascia, come si legge nella stessa lettera “nella decisione di abbandonare al suo destino questa casa editrice cui – senza alcun interesse pratico – ho dedicato anni di lavoro. Ma così vanno le cose di questo mondo: che ad un certo punto il successo fa perdere la testa anche a chi sa di doverlo agli altri”.

La lettera del 31 gennaio 1987 si chiude con un accenno alle polemiche che da un paio di settimane lo stavano travolgendo dopo il famoso articolo sul “Corriere della Sera”, del 10 gennaio 1987, intitolato “I professionisti dell'antimafia”.


Al dispiacere di Leonardo Sciascia va aggiunto quello, ancor più grande, che subì il suo più intimo amico, Stefano Vilardo, nel 2016, quando si vide respinto dai successori di Elvira Sellerio uno dei suoi ultimi racconti, GARIBALDI E IL CAVALIERE, pubblicato l'anno successivo da un generoso editore catanese recentemente scomparso.

 Francesco Virga


P.S. mi scrive l'amico Antonino Cangemi: "Vilardo mi lesse la lettera vergata a mano da Antonio Sellerio, come da tradizione di quella casa editrice, perchè nel suo ineffabile candore, quando ne ebbe visione, dopo tante espressioni di stima non si aspettava che si concludesse con un rifiuto. L'editore va compreso perchè investe in un'opera in vista di un ritorno commerciale. Fermo restando che una casa editrice che punta sulla qualità deve sapere coniugare il valore estetico e quello commerciale di ciò che pubblica. Nel caso di Garibaldi e  il cavaliere , fossi stato l'editore io l'editore l'avrei dato alle stampe indipendentemente dalle prospettive commerciali. Vilardo  era il più fraterno amico di Sciascia e ciò bastava , in nome della riconoscenza nei suoi confronti, a pubblicare il suo libro.

Ricordiamo anche l'editore che lo pubblicò: Le farfalle. Ricordiamolo perché Le farfalle è stata (non so se avrà un seguito) una casa  editrice di qualità di tutto rispetto. Titolare ne era Angelo Scandurra, poeta talentuoso e mecenate, recentemente scomparso. L'ultima volta che ci siamo sentiti  (poco prima dell'anniversario del   centenario del suo compagno di banco Nanà ), Vilardo mi confidò che aveva un progetto editoriale con Scandurra. Non hanno fatto in tempo a  realizzarlo." (A. Cangemi)



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