28 febbraio 2021

SCIASCIA MORDE ANCORA

 



Ecco l'inizio del mio ultimo articolo sciasciano pubblicato oggi su DIALOGHI MEDITERRANEI:


Sciascia morde ancora

cop-sciasciadi Francesco Virga

Ancora fresco di stampa ho in mano gli Atti del Convegno Internazionale sull’opera di Leonardo Sciascia – Leonardo Sciascia. Letteratura, critica, militanza civile, edizione curata dal Centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani (2021) – svoltosi a Palermo nel novembre 2019, in occasione del trentennale della morte dello scrittore di Racalmuto [1]. Un Convegno particolarmente interessante e sorprendente che ha messo a fuoco, in una prospettiva nuova rispetto al passato, i molteplici aspetti dell’opera di Leonardo Sciascia che, com’è noto, vanno ben oltre il loro valore strettamente letterario. Ho trovato particolarmente stimolante la lettura delle 380 pagine che compongono il volume. Pensavo che non ci fosse più nulla di nuovo da dire sull’opera di Sciascia. Ma mi sono dovuto ricredere.

D’altra parte è proprio vero che gli autori classici – e Sciascia indubbiamente lo è [2] – non finiscono mai dire quello che hanno da dire. Di seguito mi soffermo sulle relazioni mi sono apparse più originali e ricche di spunti per nuovi ulteriori approfondimenti.

La “filosofia” di Leonardo Sciascia: la garbage science

Andrea Le Moli in questo Convegno tratteggia, in modo sommario e generico, la profonda vocazione filosofica dello scrittore siciliano. La sua principale fonte sembra essere Gaspare Polizzi che – in un suo ottimo articolo, Sciascia nello specchio della filosofia, pubblicato nel 2015 su Todomodo – aveva provato a fissare la cornice entro cui va collocato ogni discorso sul tema. Convince poco però l’affermazione di Le Moli secondo cui «l’autore filosofico inconsapevolmente più vicino a Sciascia è il raramente citato Platone»; più fondata mi appare, invece, la sua ricerca dei rapporti tra mistero, ragione e verità che attraversa tutta l’opera del nostro Autore, da Il giorno della civetta (1961) a Una storia semplice (1989), con il miraggio della cosiddetta “legge del pozzo”: «La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità» (Il giorno della civetta).

i__id9633_mw600_mh900_t1600698485__1xAiuta molto di più a comprendere la “filosofia” di Sciascia l’intervento di Giuseppe Traina che, soffermandosi ad analizzare, con grande acume critico, Il cavaliere e la morte, individua in Michel Foucault la chiave per decifrare, oltre ad uno dei migliori racconti sciasciani, il senso della sua intera opera. Secondo Traina i libri di Foucault – e in specie la Microfisica del potere. Interventi politici, Einaudi, 1977 – sono stati meditati a fondo da Sciascia: «tutta la sua produzione degli anni settanta e ottanta, sia sul versante narrativo che su quello polemistico e saggistico, lo dimostra». Insomma, secondo Traina, il racconto di Sciascia chiarisce in forma narrativa quello che Foucault aveva sostenuto una dozzina di anni prima, ovvero il valore “produttivo”, non solo “repressivo del potere:

«Quel che fa sì che il potere regga, che lo si accetti, è semplicemente che non pesa solo come una potenza che dice no, ma che nei fatti attraversa i corpi, produce delle cose, induce del piacere, forma del sapere, genera discorsi; bisogna considerarlo come una rete produttiva che passa attraverso tutto il corpo sociale» (Foucault, op.cit.: 13).

Ma per la verità questa rappresentazione del potere si trova già in Pasolini, prima ancora che in Foucault. E, considerati i rapporti stretti che ci sono stati tra Sciascia e Pasolini, sorprende non poco che nessun relatore se ne sia occupato [3]. Traina più avanti offre un altro spunto particolarmente stimolante facendo riferimento alla passione storica dello scrittore siciliano:

«Se in diversi suoi testi, in cui ha utilizzato fonti e metodologie tipiche degli storici di professione, Sciascia si è spesso trovato in disaccordo con costoro […]. La forza e l’attualità ancora perturbante di tanti suoi libri (soprattutto de L’affaire Moro ma anche de Il cavaliere e la morte) è data proprio dall’uso di quello sguardo verso il basso che per Foucault è tipico della “storia effettiva”: un uso che in Sciascia dimostra determinazione, consapevolezza, precisione dettagliata, straniante prospettiva di sguardo. E se analizziamo nel concreto i materiali dell’analisi sciasciana, nel romanzo dell’88 troviamo elementi come l’attenzione per i sensi e per i corpi ma anche per l’oblio sociale che ha investito la memoria, per la condizione dei bambini e dei cani nel mondo contemporaneo, per la presenza invasiva dell’immondizia: l’immondizia non mente mai”: precetto sociologico, ormai” (Il cavaliere e la morte, Adelphi, 1988: 29)».

Sciascia riserva due pagine esemplari del suo racconto alla scienza dei rifiuti, la garbage science, ricordando che un giornalista aveva cercato i segreti della più segreta politica americana nelle immondizie di Henry Kissinger e la polizia i segreti della mafia siculo-americana in quelle di Joseph Bonanno (Cfr. Il cavaliere e la morte:28-29).

Se si tiene poi presente quanto sia invadente l’immondizia in una città come Palermo, dove Sciascia ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, e dove la munnizza ha assunto ormai un valore anche simbolico, il cerchio sembra chiudersi davvero. Anche Foucault, peraltro, invita a cercare la vera storia del mondo, la “storia effettiva”, fra le decadenze.

Un altro elemento tipicamente foucaultiano, che andrebbe ricercato in altre opere di Sciascia, è quello che si è soliti definire “biopolitico”. E lo stesso Traina giustamente indica nell’attenzione per i corpi un altro tratto distintivo del modo di narrare dello scrittore siciliano che, ad esempio, mentre ne Il Consiglio d’Egitto e in Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia festeggia una vera e propria gioia dei corpi, ne Il cavaliere e la morte mette a nudo la potenza distruttiva della malattia e della morte (Cfr. Il cavaliere e la morte: 111-112)

(continua)

Potete leggere il seguito dell'articolo direttamente sulla bella rivista on line DIALOGHI MEDITERRANEI, accessibile gratuitamente a tutti.

 Questo il link: http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/sciascia-morde-ancora/



1 commento:

  1. VINCENZO CORSERI: "Grande Franco, complimenti sinceri...E' una bella e utile recensione."

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