21 febbraio 2022

GRAMSCI e MACHIAVELLI

 



GRAMSCI e MACHIAVELLI

Le sparse note scritte da Gramsci in carcere su Machiavelli prestano il fianco a molteplici letture. In specie l' abbozzata ipotesi di considerare il suo modello di partito una sorta di "nuovo moderno Principe" ha generato tanti equivoci. Vale in questo, come in tanti altri casi, la sua stessa ripetuta raccomandazione (seguita da pochi) di non prendere mai alla lettera i suoi appunti, di non considerarli assiomi immodificabili e, soprattutto, di leggerli nel suo insieme. Se si fosse fatto questo si sarebbero evitati tanti abbagli.

Ad esempio se si tiene presente l'obiettivo di fondo che Gramsci (come lo stesso Lenin, peraltro) indicava al Partito - il superamento della secolare divisione del genere umano tra dirigenti e diretti - non si può pensare ch'egli potesse mai condividere l' idea del Machiavelli secondo cui il popolo, il "vulgo ne va preso con quello che pare (...), e nel mondo non è se non vulgo" (IL PRINCIPE, cap. XVIII). Gramsci, pur essendo stato sempre attento alla "realtà effettuale" delle persone e delle cose, ha trattato il "vulgo" in modo radicalmente diverso dal Machiavelli anche perché lui credeva, come Lenin, nella possibilità (oggi considerata sempre più utopica) che un giorno anche le cuoche avrebbero potuto dirigere lo Stato. (fv)



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