05 luglio 2023

VERSO LA MORTE DELLA DEMOCRAZIA

 


Consenso militare

Enrico Euli       04 Luglio 2023

 

Quel che un tempo si chiamava “complesso militare-industriale” e che ora possiamo chiamare semplicemente “economia di guerra” emerge con tutta la sua potenza nella politica odierna. E si rende visibile non più soltanto secondo modalità di infiltrazione o condizionamento occulto, ma si presenta ormai alla luce del sole, senza più infingimenti da centro-sinistra, quale fondamento strutturale delle decisioni e delle visioni politiche ed economiche dello Stato.

La scelta, ancora una volta, del generale Francesco Paolo Figliuolo quale commissario per la ricostruzione post alluvione in Emilia Romagna dà un ulteriore segnale che, unito alla scelta di affidare i centri per l’immigrazione alla Croce Rossa, fa capire cosa è divenuta la cosiddetta Protezione civile (militare) e che cosa si appresta a diventare in vista dei prossimi cataclismi (che siano pestilenze, catastrofi climatiche o guerre).

La situazione in Francia apre a scenari in cui lo stato d’emergenza è nei fatti, manca solo che venga dichiarato (e militarizzato).

D’altra parte, l’incontro del Consiglio europeo di qualche giorno fa è stato introdotto da un intervento di Jens Stoltenberg, capo della Nato.

Quel che si rivela è che il tentativo di democratizzare gli eserciti, di rendere compatibile una società civile con le esigenze della Difesa, di preservare degli spazi di libertà dentro un modello securitario, è miseramente fallito. La guerra sta ancora una volta divorando qualunque residua prospettiva democratica. Gli organismi politici appaiono ormai quasi totalmente in mano ai poteri militar-industriali. E la nostra vita civile si appresta a trasformarsi in una società protetta dalle forze armate e indirizzata a un’economia di guerra.

Il conflitto armato in Ucraina si è trasformato nel secondo cavallo di Troia – il primo è stato evidentemente la pandemia – per giungere a questo.

Nessuna reazione.

A meno che non si consideri tale la zuppetta-missione del cardinale Matteo Zuppi: la pace è ormai divenuta un tema religioso, al massimo culturale o giuridico, non più politico. Così come peraltro è accaduto ai temi della giustizia sociale (trasformata in “solidarietà”), dell’uguaglianza (tradotta in “pari opportunità”),

della libertà (stravolta nei “diritti”).

Pezzo ripreso da  https://comune-info.net/consenso-militare/


 


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