09 febbraio 2012

Come vivere?






Come vivere?
– mi ha scritto qualcuno,
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.

Da capo e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.

Wislawa Szymborska,  versi tratti da“Scorcio di secolo” in Gente sul Ponte

PS : Un amico mi ha fatto notare che non è corretto estrapolare dei versi da una delle più belle poesie che sia mai stata concepita. Per farmi perdonare la trascrivo di seguito per esteso nella traduzione di Pietro Marchesani:


Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.
Sono ormai successe troppe cose
che non dovevano succedere,
e quel che doveva arrivare,
non è arrivato.
Ci si doveva avviare verso la primavera
e la felicità, fra l’altro.
La paura doveva abbandonare i monti e le valli,
la Verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.
Certe sciagure
non dovevano più accadere,
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.
Doveva essere rispettata l’inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.
Chi voleva gioire del mondo
si trova di fronte a un compito irrealizzabile.
La stupidità non è ridicola.
La saggezza non è allegra.
La speranza
non è più quella giovane ragazza
etcetera, purtroppo.
Dio doveva finalmente credere nell’uomo
buono e forte,
ma il buono e il forte
restano due esseri distinti.
Come vivere? – mi ha scritto qualcuno,
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.
Da capo e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.

 Wislawa Szymborska, ora in La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi edizioni, 2009, pp.448-451, trad. di Pietro Marchesani, testo originale a fronte.


Nessun commento:

Posta un commento