13 febbraio 2012

Georges Brassens




GEORGES BRASSENS è nato a Sète, nel Sud della Francia nel 1921 da Louis, muratore e piccolo imprenditore edile e Elvira d’Agrosa, di origine italiana. Mostrò fin da piccolo uno spiccato interesse per la musica e la poesia, ma i suoi non lo iscrissero a un conservatorio, e così  a 17 si fece espellere dal liceo della sua città.
A18 anni andò a Parigi in cerca di fortuna. Componeva canzoni e scriveva poesie. Durante l’occupazione nazista di Parigi della seconda guerra mondiale fu costretto, come migliaia di giovani Francesi, ad andare in Germania a lavorare per l’industria bellica tedesca. Nel ’44 scappò dalla Germania  e tornò a Parigi, dove visse clandestinamente in un tugurio senza acqua corrente né luce elettrica  presso Jeanne e Marcel,  una coppia tanto generosa quanto povera. Questa situazione di estrema indigenza durò per parecchi anni, anche dopo la guerra. Georges passava le giornate nella biblioteca del suo quartiere a leggere di tutto e le notti a comporre canzoni che nessuno voleva ascoltare, tanto erano diverse da quelle dei cantanti di successo dell’epoca: Maurice Chevalier, Charles Trénet, Tino Rossi, Edith Piaf, Yves Montand.
Il successo arrivò finalmente tra il ’52 e il ’53, quando Georges aveva superato i 31 anni, e fu un successo fulmineo, malgrado la censura della Radio di Stato che non trasmetteva molte delle sue canzoni considerate troppo scandalose o troppo sovversive.
Passerà il resto della vita a studiare, a leggere e a comporre, non apparendo in pubblico se non in occasioni di concerti o tournées, occasioni che, col passare del tempo, si facevano sempre più rare.
Nel 1967 gli fu assegnato il Grande Premio della Poesia della prestigiosissima “Académie Française”. Gli fu proposto di entrare a far parte permanentemente di questo simposio detto in Francia “degli Immortali”, ma lui rifiutò. Morì a 60 anni, stroncato da un male incurabile.
In Francia Brassens è stato sempre più popolare di quanto i Beatles non siano stati in Gran Bretagna, e sono ormai migliaia le scuole, le istituzioni culturali, le strade, le piazze, i parchi a lui intitolati, ciò che non è avvenuto per nessun altro dei pur importanti esponenti della canzone francese. A più di vent’anni dalla sua morte ogni Francese conosce almeno cinque o dieci o più delle sue canzoni. Lo scrittore sudamericano G. Garcia Marquez lo definisce addirittura il più grande poeta della letteratura francese del ‘900. In Italia, stimatissimo dagli intellettuali e studiato nelle università, è poco conosciuto dal grosso pubblico, che, non conoscendo bene il francese, non riesce a comprendere le sue inesauribili invenzioni linguistiche, le immagini poetiche, la vivacità ironica, tutti mezzi di cui il poeta si serve nelle sue canzoni per trattare i grandi temi della condizione umana.
In Italia Brassens è stato conosciuto grazie a Fabrizio De Andrè.

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