29 marzo 2012

Spes contra spem...




Caro Alfa, ritorno da Bologna: ti scrivo qui, dall'autostrada, in fretta, non ho notizie fresche, ma che rogna che è questa cosiddetta crisi: aspetta un po': guarda la Grecia, il Portogallo, la Spagna: è una questione, qui, di giorni, forse di ore, attenzione: guarda il gallo con i sobborghi che esplodono, forni ardenti, con Obama abbronzatissimo, da nobelizzatissimo: si crede imperatore del mondo: incertissimo su tutto, poveretto, lui, l'erede degli Stati sfasciati, indebitati, nel pantano delle assicurazioni- tra iraniani e iracheni, e iperarmati di Taiwan, nordcoreani e legioni, di indiani- e pechinesi che si acquistano (e si vendono) tutto, tra filmati di bollynigeriani, e si conquistano i mercati: e un mondo è morto- e soldati per le strade del mondo: e non si arriva per me, al 2012: e vicina più vicina, è la fine- e la deriva è completa: ma ciao- viva la Cina: 7 maggio 2010.

Edoardo Sanguineti   


 
La poesia è profondamente immersa nella storia.
Anche quando non ne parla direttamente.
Nell’incontro con la storia essa fortifica la sua tendenza a un’autonomia totale.
Ma la poesia è anche  la testimonianza di un’ostinazione a sperare,  a riaffermare le ragioni della speranza.
Perfino quando questa sembra sia stata definitivamente bandita.

A. Zanzotto, I miei 85 anni

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