Ricevo e
pubblico, con piacere, il comunicato del
Centro Studi Pier Paolo Pasolini
di Casarsa che, per ricordare i 90 anni della data di nascita del poeta (5
marzo 1922), organizza un festoso momento di riflessione sull’ attualità della
sua opera:
Nell’Italia degli anniversari
celebrativi ce n’è uno che sfugge senz’altro alla retorica della ritualità
obbligata. Cade infatti nella spontaneità dei ricordi sinceri la ricorrenza del 5 marzo, in cui 90 anni fa,
nel 1922, venne al mondo Pier Paolo Pasolini, poeta sempre amato e
rimpianto, primogenito della friulana Susanna Colussi e del ravennate Carlo
Alberto. La famigliola cambiò luogo di residenza già dall’anno successivo, in
una girandola di spostamenti annuali dovuti al mestiere militare del padre, promosso Capitano dell’esercito:
nel ’23, a Parma, nel ’24 a Conegliano, nel ’25 a Belluno, dove nacque il
secondogenito Guido Alberto, nel ’26 di nuovo a Conegliano, nel ’28 a Casarsa,
nel ’29 a Sacile, nel ’30 nella slovena Idrija, nel ’31 ancora a Sacile, nel
’32 a Cremona,nel ’35 a Scandiano e infine, dal ’37, ancora a Bologna.
A contrappeso del possibile
disorientamento dei piccoli di casa Pasolini, brillava però la stella fissa
della friulana Casarsa, il piccolo paese contadino della madre, dove la famiglia
ricompariva ogni anno per le vacanze estive, ritrovandovi affetti, una casa,
una nidiata di parenti e amici. Un “luogo assoluto dell’universo”, ebbe poi a
dire Pier Paolo ripensandosi bambino sognatore, trascinato dalla fantasia già
precoce a immaginare che il viaggio con l’amato treno finisse la sua corsa
direttamente nel negozio di mercerie della zia Enrichetta. Il giovane poeta,
subito in evidenza già con la prima raccolta del 1942, vi sarebbe ritornato
stabilmente dal ’43 –“uno degli anni più felici della mia vita”, come scrisse
nel 1970, nella prefazione Al lettore
nuovo delle sue Poesie per
Garzanti-, per compiervi fondamentali esperienze esistenziali, letterarie e di
impegno culturale e civile, cui la traumatica ripartenza verso Roma nel gennaio
1950 avrebbe posto fine.
Ora è di nuovo Casarsa con il suo Centro Studi Pier Paolo Pasolini a
ricordare il suo indimenticato cantore e a festeggiarne idealmente il 90.mo compleanno con una fresca
iniziativa che, pensata soprattutto per i giovani, inaugura ufficialmente il
programma di attività incentrato nel
2012 nella riflessione a tutto campo sul Pasolini friulano.
Nella mattinata di lunedì 5 marzo, dalle ore 10, l’appuntamento è dunque
nel Ridotto del Teatro Pasolini
dove, tra letture di brani e brevi intermezzi musicali del Fvg Gospel Choir di Rudy
Fantin,il clou sarà dato dalla proiezione dell’inedito servizio documentario “Pasolini e il Friuli”, curato per la Rai Fvg dal giornalista Mario Rizzarelli, presente per
l’occasione e disponibile a raccontare i retroscena del suo lavoro, frutto di
un rigoroso studio preliminare e di 8 sopralluoghi con troupe sul set naturale
della Destra Tagliamento. Il filmato,
che avrà un primo passaggio tv sabato 3 marzo, alle ore 12, per la rubrica “Il
settimanale” del TG Fvg, ricostruisce le tracce ancora evidenti della stagione
casarsese del poeta, consegnate oggi a fondali di campagne e acque, a squarci
di paese, chiesette e campanili e, soprattutto, ai ricordi preziosi di rari
testimoni, coetanei o quasi del giovane Pasolini e ancora lucidissimi: tra gli
altri, il cugino e poeta Nico Naldini,
il sodale di una vita Giuseppe Zigaina,
il compagno di coro Gigiòn Colussi,
l’allievo dell’Academiuta Ovidio Colussi,
gli studenti della scuola media di Valvasone, l’amico Dino Peresson ispiratore del Sogno
di una cosa.
Un percorso della memoria per
immagini, facce e parole che poi, dopo Casarsa, nella serata dello stesso giorno 5, sarà presentato al Teatro Colosseo di Roma, per una coda
di festa organizzata in stretta collaborazione tra il Centro Studi di Casarsa e
le capitoline Porta Nova e Beat 72. Un secondo tempo, che sarà
impreziosito anche da letture ad hoc
da parte di attori e musicisti (tra i tanti, Nuccio Siano, Patrizia Zappa
Mulas, Aisha Cerami e i friulani
Giacomo Zito e Sandra Toffolatti) e dall’esposizione nel foyer del teatro delle
memorabili foto romane degli anni Sessanta del maestro Mario Dondero, concesse per questa occasione speciale dal Centro
casarsese.
Ciò che conta è che, in questo
ideale abbraccio tra il Friuli e la Capitale, finalmente si ricorderà non la
morte feroce, ma il primo tempo vitale, ancora illuminato dalle lucciole, di un
nevralgico protagonista del ‘900, che oggi avrebbe compiuto 90 anni, ma sembra
sempre giovane ed è infatti più
contemporaneo e vivo che mai.
Info, Centro Studi Pier Paolo
Pasolini, tel./fax: 0434 87 05 93, e-mail info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it, www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it.
Nella foto di Mario Tursi - scattata a Goreme in Cappadocia, durante una pausa del film Medea - c’è più poesia che in tante parole. Credo che mai, come nell’attimo colto dal grande fotografo, Maria Callas e Pier Paolo Pasolini siano stati tanto felici.
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