02 marzo 2024

ANGELO MARIA REPELLINO, E' tanto che non ti scrivo...

 

In primo piano Angelo


È tanto che non ti scrivo. Non ho tue notizie. Ma sempre

spero che un giorno tu possa tornare

nella città che hai cantato.

 

Come stupide navi si dissolvono gli anni.

Io recito al Wolker. Sono serena. Il passato

lo tengo lontano, sui margini, come un intruso.

 

C’è solo un filo di ignobile malinconia,

che trapela talvolta di sotto una porta,

ma io riesco a tagliarlo, fingendomi ottusa

e decrepita come una mummia di Strindberg.

 

La primavera ha inondato di bionde forsythie

la piccola casa in cui vivo, in cui studio le parti.

Com’è duro parlarsi a distanza,

quando l’armadio del cuore

vorrebbe aprirsi in un fiotto di chiacchiere.

 

Eppure vedrai, se verrai: dopo secoli

non avremo che dirci, vi sarà solo un attònito,

goffo, appallottolato, bruciante silenzio.

 

- Angelo Maria Ripellino -

 

 

Da questa spenta città minerale vi mando notizie e un fagottino di desideri.
L’uomo sprofonda nel fango, ma le oche si muovono in fretta
con passo sicuro e arrogante sulla superficie.
Carezzare i miei libri la sera, guardare i quadri di Klee,
perché non so ancora il finale di molte sue storie,
ripensare una sferica infanzia, un maneggio di sogni,
cercare su un comodino deserto bugiarde conchiglie,
e udire la voce di Dio nei fili di pioggia, che grondano
come gli urlanti capelli dei Beatles.


ANGELO MARIA RIPELLINO

 

 


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