Ecco la copertina del libro di Goffredo Fofi che mi è più caro. Pubblicato nel 1999, si articola in quattro parti. La prima è una sorta di diario pubblico in cui l'autore annota le sue riflessioni sul momento storico che ha segnato la sua vita: la fine dell'antico mondo contadino che nel meridione ed in Sicilia è sopravvissuto per tutti gli anni sessanta.
Fofi, essendo stato uno dei primi collaboratori di Danilo Dolci, ha conosciuto i contadini di Partinico e la miseria del Cortile Cascino di Palermo. Ma, nonostante la povertà che contrassegnava quel mondo, Fofi (d'accordo con Pasolini) ha nostalgia della forza e della dignità mostrata da uomini e donne di quei tempi che non ritrova nel mondo d'oggi.
Nella seconda parte Fofi si sofferma brevemente a tracciare i profili di tre sue Guide: Aldo Capitini, Victor Serge e Albert Camus. Di quest' ultimo cita un pensiero in cui si riconosce pienamente:
"Rifiutare di inchinarci agli avvenimenti, ai fatti, alle circostanze, a ricchezze e potere, alla storia che corre, al mondo come va"
Di seguito potete leggere la sua breve Introduzione al libro.(fv)
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