«I Grandi Inquisitori rifiutano fieramente il pane del cielo e la libertà ed offrono il pane della terra senza libertà. “Scendi dalla croce e crederemo in te”, già gridavano i loro poliziotti sul Golgota. Ma egli non è sceso e anzi, nell’istante più martoriato dell’agonia, s’è lagnato con Dio di essere stato abbandonato. Non ci sono più prove dunque, ma la fede e il mistero, che gli insorti respingono, e i Grandi Inquisitori beffeggiano. Tutto è lecito e in quell’attimo sconvolto si sono preparati i secoli del delitto. Da San Paolo a Stalin, i papi che hanno scelto Cesare hanno spianato la via ai Cesari che non scelgono che se stessi. L’unità del mondo che non s’è fatta con Dio tenterà ormai di farsi contro Dio».
(Albert Camus, “L’uomo in rivolta”, sezione “La rivolta metafisica”)
Questo libro, letto quando avevo 18 anni, ha segnato la mia vita non meno delle Lettere e dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci (fv)
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