01 marzo 2024

L' UTOPIA DI CICCIU BUSACCA


 



da Livio Marchese
«Aprire gli occhi al popolo»: Ciccio Busacca, utopia di un cantastorie

(...)Il 16 maggio del ’55, a Sciara, la mafia, braccio armato dell’aristocrazia feudale, uccide Salvatore Carnevale, il sindacalista socialista che da anni organizzava i braccianti per la lotta contro gli abusi nella spartizione del raccolto da parte dei gabellotti della principessa Notarbartolo. Il fatto desta sdegno e commozione a livello nazionale. Giornalisti, dirigenti e militanti di partiti e sindacati, intellettuali e politici del calibro di Carlo Levi e Sandro Pertini accorrono nel piccolo paese ai piedi delle Madonie. Le parole sono pietre dello scrittore torinese contiene pagine memorabili su quei terribili giorni, narrati con l’afflato lirico e l’incrollabile sentimento etico d’impronta umanista caratteristici della sua prosa. Particolarmente toccante il ritratto di Francesca Serio, la madre di Salvatore, che avrà il coraggio di spezzare le catene dell’omertà per denunciare la mafia al tribunale di Palermo: nel processo, costituitasi parte civile, sarà rappresentata dal futuro Presidente della Repubblica.
Anche Buttitta in quei giorni si reca a Sciara per abbracciare la donna e offrirle la sua solidarietà. Sull’onda dell’emozione, in una sola notte, compone il Lamentu pi Turiddu Carnivali, «una delle pagine più alte della poesia siciliana contemporanea», e lo propone a Busacca.
Buttitta [...] mi cerca per tutta la Sicilia, per telefono, fino che mi trova. Arrivo a casa di Buttitta. Mi legge i giornali e mi dice: «Se ti faccio una storia su questo fatto, tu me la canti?»
«Certo, a disposizione!».
L’indomani mattina sono andato a trovarlo. «Ciccio», ha detto, «la storia è completa». Me l’ha letta. Quando l’ho sentita sono diventato pazzo, perché era una cosa veramente bella. Un capolavoro.(...)

Da https://www.facebook.com/scorcirivista

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