“Un governo
saldamente laico non avrebbe mai partorito un Fertility Day”,
scrive Serra. Ma il governo Renzi non è per nulla laico. Anzi,
considerata la provenienza dei suoi membri , è probabilmente il
governo più cattolico e democristiano degli ultimi 50 anni. E poi,
in vista del referendum, occorre recuperare i voti dei talebani
cattolici del Family Day persi dopo la legge sulle unioni civili.
L’amaca
di Michele Serra
di Michele Serra
DIFFICILE ricordare
un’iniziativa politica che abbia ricevuto un’accoglienza più
ostile del “Fertility Day” (forse l’invasione della Polonia da
parte di Hitler). Basti dire che uno dei commenti più gelidi è
quello del presidente del Consiglio: “non conosco nessuno che abbia
fatto figli dopo avere visto un cartellone pubblicitario”.
L’ impressione, anche
se ricavata solo per via indiziaria, è che il governo paghi un
costante pegno all’ambiguità identitaria (che è anche del Pd) del
nuovo centrosinistra, la cui componente centrista-cattolica è molto
influente, nonché determinante per la tenuta del governo stesso.
Un governo saldamente
laico non avrebbe mai partorito (siamo in argomento) un Fertility
Day. Non, comunque, in quella forma e con quegli slogan.
Concepire la maternità
quasi come un “dovere” è ovviamente lecito, a patto che si
applichi questo imperativo a se stessi e non ad altri; men che meno
lo si estenda alla sfera pubblica, che deve occuparsi di assicurare
le migliori condizioni possibili per fare figli a chi vuole farli, e
non di altro.
Nell’iniziativa
ministeriale il sentore di “doverismo” rispetto a maternità e
paternità è molto forte, e rimanda diritti alla incoercibile
tendenza cattolica (o meglio di parte dei cattolici) a piegare
l’etica pubblica ai propri convincimenti. Rivista in questo
contesto, l’approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili
va vista come un vero e proprio miracolo, da celebrare con commossa
esultanza.
La Repubblica – 2
settembre 2016
Nessun commento:
Posta un commento